L’inserimento di persone con disabilità intellettiva nelle aziende è un tema dibattuto e di grande attualità. Da molti anni il dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia dell’università è impegnato in ricerche e progetti in questo ambito. Tra gli ultimi che hanno visto la luce è la collaborazione con In Job, compagnia internazionale con sede a Verona e con uffici in Europa, Stati Uniti e Asia, che finanzierà un progetto di ricerca triennale dedicato, coinvolgendo la Fondazione Più di Un Sogno come partner esperto nella realizzazione di percorsi di formazione e orientamento al lavoro per questo tipo di figure.
Il progetto, intitolato “Anch’io so lavorare! Buone esperienze di inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva sul territorio di Verona”, ha l’obiettivo di offrire agli imprenditori indicazioni e procedure utili al fine di superare i timori e le perplessità che, spesso, bloccano l’assunzione di queste persone. La ricerca verterà attorno ai casi in cui l’inserimento di persone disabili nel contesto lavorativo ha creato nuove occasioni di successo e produttività per l’azienda e avverrà tramite la realizzazione di focus group, il cui esito servirà per l’elaborazione di interviste personali, tramite le quali si andranno a indagare le specifiche caratteristiche dei processi decisionali da cui dipendono sia le aperture che le chiusure degli imprenditori nei confronti di questa tipologia di assunzione.
“Il nostro dipartimento”, afferma Luigina Mortari, direttrice del dipartimento coinvolto, “ha al suo interno persone che hanno competenze specifiche sia nel campo delle disabilità che della ricerca. L’alleanza tra università e impresa nella costruzione di progetti di ricerca che – come in questo caso – possono avere importanti ricadute sul territorio, rappresenta un obiettivo di grande valore e un’opportunità di crescita e sviluppo sia per l’ateneo che per la città. Il delicato tema dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità intellettiva rappresenta una sfida non solo per l’impresa chiamata ad aprirsi a bisogni di non facile risposta, ma anche per la ricerca chiamata a investigare processi e relazioni assai complesse in cui si intrecciano, talvolta contrapponendosi, desideri/interessi personali e logiche economiche. La posta in gioco, ossia la promozione del diritto al lavoro delle persone con disabilità, merita la fatica derivante dallo sforzo – di imprenditori e ricercatori – di ricercare soluzioni possibili ”.
13.05.2015