Il Gruppo Corvallis ha acquisito il 65% delle quote di Julia, società di software nata nel 2010 come spin off dell’Università di Verona. Julia è la prima delle sei start up dell’ateneo veronese a uscire dall’incubatore Computer Science Park. È il risultato di dieci anni di studi e di ricerche sviluppate da un team di docenti e ricercatori universitari italiani in collaborazione con università internazionali. Lo spin off veronese vanta già importanti collaborazioni, come quelle con la Air Force, l’Aeronautica militare degli Stati Uniti, e con alcuni dei più importanti gruppi bancari e assicurativi italiani. Julia ha elaborato il primo strumento informatico basato sull’“interpretazione astratta”, regola scientifica riconosciuta a livello internazionale, per l’individuazione automatica, con un grado di accuratezza assoluta, dei bug in programmi scritti in linguaggio Java e Android. L’investimento di Corvallis, che sarà superiore a un milione di euro, servirà come supporto per l’industrializzazione del prodotto e per la crescita dell’azienda. Il nuovo consiglio di amministrazione di Julia ha riconfermato Gianni Zucchini come amministratore delegato. Il team di ricerca accademico, che continuerà a detenere il 35% del capitale sociale, è composto da Fausto Spoto, docente di informatica all’università di Verona, Roberto Giacobazzi, ex preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università e Frédéric Mesnard, ex direttore del dipartimento di matematica e informatica a La Réunion.
Julia opera in un settore destinato ad avere una rapida crescita: quello dei Software Code Analyzer (SCA) rivolto alla prevenzione del rischio legato agli errori dei programmi software. Un ambito di applicazione che può estendersi a tutti i mercati nei quali è presente un software, salvaguardando le imprese dalle conseguenze dei danni e delle perdite derivanti da “bug” critici che possono emergere anche dopo che il programma software sia stato realizzato e reso disponibile all’utente finale. Il suo utilizzo può abbracciare l’industria, l’elettronica, le telecomunicazioni, la finanza, la difesa e la sanità.
“Molti bug – spiega Fausto Spoto, fondatore di Julia e membro dell’attuale team di ricerca– si manifestano dopo che il software è stato reso operativo, provocando, nei casi più fortunati, la perdita di dati e di tempo. Nei casi peggiori, l’errore può addirittura bloccare apparecchiature telefoniche, medico-operatorie, industriali, militari. La ricerca automatica preventiva è di interesse crescente anche per i produttori di software che intendono prevenire danni economici ma anche di immagine».
“Crediamo fortemente nel futuro della tecnologia e nella ricerca applicata – ha commentato Antonio Santocono, presidente di Corvallis Spa – e abbiamo deciso di investire su un prodotto adatto a un numero sempre più ampio di mercati. La sicurezza informatica, in un mondo sempre più permeato dai software, è un valore aggiunto da perseguire sia per le imprese che per i consumatori”.
24.06.2015