In Italia la fiscalità rappresenta, quanto ad aliquote e oneri aggiuntivi vari, un costo complessivo assai elevato da sostenere nell’attività produttiva, per una pressione fiscale totale sulle imprese del 65,4 %. Ad affermarlo è il rapporto Doing Business 2015, che dal punto di vista tributario ha posto l'Italia al 141esimo posto su 189 paesi, preceduta, tra gli altri, da Guatemala, Jamaica, Uruguay, Fiji, Nepal, oltre che da vari paesi africani come Sierra Leone, Sudan, Tonga, Ghana, Botswana. Ne parleranno, il 23 gennaio, giuristi, filosofi, storici, economisti, sociologi ed esponenti di spicco di importanti settori produttivi, durante il convegno “Imposizione fiscale e libertà – Sottrarre e ridistribuire risorse nella società contemporanea”.
Il convegno prenderà il via alle 10, al dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona di via Montanari, e proseguirà nel pomeriggio, alle 15, nella sede della Società letteraria di Verona in piazzetta Scalette Rubiani. L’appuntamento, organizzato da Daniele Velo Dalbrenta, docente di Filosofia del diritto dell’ateneo, Carlo Lottieri dell’università di Siena e Luigi Marco Bassani dell’università di Milano, offrirà uno spazio di dibattito sul tema della fiscalità nel nostro Paese. “Alla luce di questo dato, – afferma Dalbrenta – l’obiettivo di questo incontro è di discutere apertamente le ragioni del prelievo fiscale, mettendo in luce i pro e i contro dell’intero sistema nazionale. In questo modo è possibile tracciare un quadro completo sull’argomento, muovendo dagli assunti filosofico-politici del liberalismo circa Stato e proprietà. I relatori spazieranno poi su molte altre questioni: dalle illusioni del Welfare alla possibilità della disobbedienza tributaria, dalla moralità dell’imposizione fiscale alla concentrazione territoriale delle risorse economiche e uno sguardo approfondito all'esperienza elvetica odierna”.
21.01.2016