Prestigioso riconoscimento internazionale per Giuseppe Lippi, docente di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica dell’università di Verona. Il professore è l’unico italiano insignito del premio come miglior speaker del 2015 secondo l’AACC, American Association for Clinical Chemistry, società di chimica clinica e medicina di laboratorio americana che conta oltre 7000 iscritti e riunisce tutti i massimi esperti internazionali del settore.
Lippi, ordinario del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento diretto da Andrea Sbarbati, è anche direttore dei due laboratori di analisi dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Dal 1990 ad oggi è autore di oltre 1250 articoli su riviste scientifiche indicizzate, ha tenuto oltre 250 conferenze e seminari a congressi nazionali ed internazionali, ed è titolare di fondi di ricerca da parte della Comunità Europea e altri organismi internazionali accreditati.
“Il premio rappresenta un considerevole traguardo professionale – spiega il docente – in quanto è destinato a relatori che si sono contraddistinti con relazioni di alto valore nell’ambito di eventi organizzati dall’American Association for Clinical Chemistry. Il prestigio del premio è legato al fatto che l’attribuzione è data da una classifica di gradimento espressa dai soci dell’associazione sulle presentazioni dei relatori, e non da una giuria ristretta.”
La principale attività di ricerca della Sezione di Biochimica Clinica di Verona si basa su studi di medicina traslazionale, qualità in medicina di laboratorio e valutazione e validazione di nuovi biomarcatori nell’ambito delle patologie cardiovascolari, malattie neoplastiche e fragilità nell’anziano. “Nel 2012 è stato finanziato dalla Comunità Europea con 15.6 milioni di euro un progetto di ricerca nell’ambito del settimo progetto quadro (FP7). Lo studio – spiega Lippi – è rivolto all’identificazione e validazione clinica di nuovi biomarcatori di fragilità nell’anziano, una condizione che impatterà sempre più considerevolmente sulla qualità di vita dei pazienti e sulla disponibilità di risorse del Sistema Sanitario Nazionale”. Sono poi attive altre collaborazioni: “Un progetto europeo di standardizzazione e armonizzazione degli esami di laboratorio, al fine di accrescere la qualità dei risultati e la sicurezza per i pazienti. Sono poi in essere altri progetti di ricerca finanziati dal ministero dello Sport australiano e ricerche collaborative con professionisti di medicina di laboratorio europei nell’ambito generale della diagnostica di laboratorio. Per quanto riguarda il futuro,abbiamo di recente sottomesso un progetto per una Call di Horizon 2020 in merito alla qualità nel processo diagnostico in vitro (SC1-HCO-02-2016), che coinvolge oltre 15 strutture europee e numerosi gruppi di ricerca in ambito diagnostico.” Aggiunge il docente: “Sempre in ambito di medicina traslazionale, saranno rinsaldate le attuali collaborazioni per l’identificazione e validazione clinica di biomarcatori cardiovascolari, neoplastici e di fragilità nell’anziano”.
Ascolta l'intervista a Giuseppe Lippi realizzata dalla redazione di FuoriAulaNetwork.
01/06/2016