Le università sono organizzazioni complesse con obiettivi istituzionali di altissimo profilo scientifico, didattico e culturale. Esiste un unico modus operandi nel gestire questa articolata complessità ed essere contestualmente “casa di vetro”? Se ne è discusso martedì 16 gennaio, al Bo di Padova, nel convegno che ha riunito i Magnifici del Veneto, cui ha partecipato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Insieme al rettore scaligero, Nicola Sartor, è intervenuta la direttrice generale dell’ateneo, Giancarla Masè.
“L’università di Verona è orgogliosa di partecipare al convegno delle università venete su trasparenza e legalità”, ha spiegato Sartor. “Credo che il reclutamento del personale accademico sia uno dei campi in cui si gioca la partita della trasparenza. Il sistema anglosassone, spesso additato come esempio virtuoso, prevede un reclutamento non per concorso ma per cooptazione: è il dipartimento che sceglie le persone con le competenze scientifiche più adatte e la sua scelta è inappellabile. Qual è l’elemento che assicura che le scelte siano virtuose? Il fatto che i dipartimenti siano periodicamente valutati sulla qualità della loro ricerca. Tale valutazione, a sua volta, determina il livello di finanziamento che sarà ottenuto; se si sceglie un ricercatore mediocre si viene penalizzati. Una catena di errori può portare alla chiusura del dipartimento. In Italia il sistema di valutazione della ricerca è stato introdotto con l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (Anvur). Sono convinto che, in prospettiva”, conclude il rettore, “l’esistenza di un sistema di valutazione che premia la qualità della ricerca produrrà maggiore trasparenza di qualsiasi regolamentazione delle procedure concorsuali”.