I giovani leggono sempre meno su carta, prediligendo supporti digitali come tablet e smartphone. Una scelta che a lungo andare può rivelarsi poco vantaggiosa.
Lo sostengono i 200 ricercatori europei del network EREAD, Evolution of reading in the age of digitisation (http://ereadcost.eu/), che si sono riuniti a Stavanger, in Norvegia, per discutere le ultime scoperte sulla lettura digitale (smartphone, pc, tablet, kindle o altri e-reader). Il risultato di questo incontro e dei quattro anni di ricerca del network è la “Stavanger declaration” che riassume i risultati, non troppo incoraggianti, degli esperimenti condotti.
“I nostri esperimenti dimostrano che la lettura digitale impedisce o diminuisce la nostra capacità di deep reading, ovvero la lettura approfondita per elaborare o memorizzare dati, che è, o forse dovremmo dire era, tipica della nostra lettura di testi su carta”, spiega Massimo Salgaro, ricercatore del dipartimento di Lingue e letterature straniere. “Questo dato è allarmante per l’insegnamento della lettura visto che computer e tablet sono ormai onnipresenti, anche nelle scuole, ed è impensabile tornare alla carta. Parallelamente un esperimento, sempre concepito all’interno di EREAD e al quale ho partecipato, dimostra la superiorità del prestigio sociale della carta anche nella valutazione della qualità letteraria di un testo letterario e gli effetti benefici della lettura letteraria nell’era del digitale”.
La lettura digitale ci rende più suscettibili alle fake news e ai pregiudizi, che non riusciamo a riconoscere come tali, perché si perde la capacità di leggere un testo in modo approfondito. Per questo i ricercatori di EREAD hanno incluso nella “Stavanger Declaration” dei suggerimenti per trasferire le abilità del deep reading sulla lettura dei testi digitali.
Sono processi le cui conseguenze sono sottostimate, ma di cui insegnanti ed educatori dovrebbero tenere conto, perché l’uso di tablet e smartphone, fin dalla scuola primaria, può causare difficoltà di comprensione del testo e anche minare importanti abilità cognitive come il pensiero critico e l’empatia.
Ulteriori ricerche sui materiali di apprendimento digitale dovrebbero comportare una maggiore cooperazione tra gli sviluppatori di tecnologia e studiosi di scienze umane e sociali per creare nuovi lettori e testi digitali più adatti alle nostre esigenze.