Potenziare il processo della segnalazione di reazioni avverse, in particolare dei farmaci antitubercolari, in alcuni paesi africani. Questo l’obiettivo del progetto PAVIA (PhArmacoVIgilance Africa), inserito nel programma di finanziamenti europei alla ricerca Horizon 2020.
Partito a marzo di quest’anno, il progetto è nato con l’obiettivo di rafforzare l’attività di farmacovigilanza in quattro paesi africani: Etiopia, Tanzania, Nigeria e Swaziland. A tal fine è stata messa in atto una collaborazione trasversale fra varie istituzioni europee ed africane, finanziata dall’EDCTP (European Developing countries Clinical Trials Partnership), una partnership tra 14 paesi europei e 15 paesi dell’Africa subsahariana. In ognuno dei quattro paesi africani partecipanti, il progetto sarà guidato dall’attiva collaborazione fra gli enti National Medicine Regulatory Authority (compresa l’Unità Nazionale di Farmacovigilanza), il National Public Health Programme, deputato all’introduzione di un nuovo prodotto, e National Public Health Programme (MRI).
Il progetto PAVIA, della durata di 4 anni, riguarda il potenziamento del processo della segnalazione di reazioni avverse in accordo con le regole dei singoli paesi africani e l’assistenza ai centri di Farmacovigilanza per la procedura della valutazione di causalità delle segnalazioni e per la rilevazione dei segnali. Si occuperà in particolare della sicurezza dei farmaci antitubercolari con particolare attenzione al problema della resistenza (TB -multidrug-resistant). Il piano di rafforzamento della Farmacovigilanza sviluppato nell’ambito del progetto PAVIA potrà, eventualmente, essere utile per altri paesi dell’Africa subsahariana.
Oltre all’università degli studi di Verona (Sezione di Farmacologia del dipartimento Diagnostica e Sanità pubblica), i partner coinvolti sono: l’Amsterdam Institute of Global Health, il Netherlands Pharmacovigilance Centre Lareb , la KNCV Tuberculosis Foundation (Paesi Bassi), la Tanzania Food and Drug Authority e il Kilimanjaro Clinical Research Institute (Tanzania), l’Università del Benin, l’Institute of Human Virology e la National Agency for Food and Drug Administration Control (Nigeria), la Baylor International Pediatric AIDS Initiative and Ministry of Health (Swaziland), Armauer Hansen Research Institute, il Food, Medicine and Health Care Administration and Control Authority (Ethiopia).
Inoltre, sono coinvolti il Servizio di Farmacologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, diretto dal professor Roberto Leone, e il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Regione Veneto, che ha per responsabile il professor Ugo Moretti.
“Ritengo si tratti di un progetto interessante e innovativo. Il supporto agli operatori sanitari nella segnalazione di problemi correlati ai medicinali, il rafforzamento del ruolo dei centri di farmacovigilanza di questi paesi e un utilizzo migliore dei dati esistenti potrà migliorare il sistema di farmacovigilanza a livello locale”, spiega Moretti, responsabile scientifico del progetto. Sono coinvolti nel progetto PAVIA anche la dottoressa Lara Magro e il dottor Mauro Venegoni, della Sezione di Farmacologia e la dottoressa Anita Conforti, già ricercatore in Farmacologia con esperienza di insegnamento in Africa.