Il rapporto di Dante Alighieri con Verona fu sicuramente intenso. Lo dimostra il fatto che il Poeta definisce la città scaligera come “primo… refugio e ‘l primo ostello” dopo l’esilio da Firenze. Lo dimostra la dedica della terza cantica del Paradiso a Cangrande della Scala, suo grande amico. A Verona probabilmente Dante soggiornò a lungo, pare, dalle ultime scoperte, a cui ha contribuito l’ateneo scaligero, dal 1312 al 1320. E moltissimi sono, infatti, i luoghi legati alla sua memoria.
Per questo è stato promosso dal Comune di Verona un protocollo d’intesa tra diversi enti, tra cui l’Università, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, che cadono nel 2021, con l’obiettivo, in particolare, di garantire la conservazione, il recupero e la valorizzazione di tutti i beni mobili ed immobili legati alla presenza di Dante a Verona e nel territorio del Veneto, assicurandone la fruizione pubblica; realizzare mostre e altre manifestazioni e iniziative a carattere culturale, nonché convegni, corsi, seminari ed altre attività a carattere formativo e divulgativo; progettare, promuovere e realizzare percorsi turistici incentrati sulla presenza di Dante a Verona e sul tema della sua eredità culturale e artistica.
Il protocollo, firmato in Comune mercoledì 2 ottobre dal rettore Pier Francesco Nocini e dal sindaco Federico Sboarina, insieme ai rappresentanti degli Enti coinvolti, è sottoscritto, oltre che dall’ateneo e dal Comune di Verona, dal Segretariato regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali, dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino-Alto Adige, dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dalla Regione Veneto, dalla Diocesi. Impegnato in prima linea per l’ateneo sarà il dipartimento di Culture e Civiltà, diretto da Arnaldo Soldani.
Le iniziative per celebrare i centenari danteschi si sono aperte con una tre giorni organizzata dall’ateneo, in collaborazione con l’università di Ginevra, il Comune e i musei civici, e dedicata alle “Nuove prospettive sulla terza rima”, in programma dal 2 al 4 ottobre nella Sala Convegni del Museo Civico di Storia naturale (Lungadige Porta Vittoria, 9).
Il convegno prenderà il via mercoledì 2 ottobre, alle 15, con i saluti del professor Arnaldo Soldani e proseguirà nei giorni successivi, tracciando la storia della terza rima, che nei secoli sarà chiamata anche, per antonomasia, “terzina dantesca”. Si partirà dunque dalla Commedia e si arriverà a Leopardi e ai poeti contemporanei.
Dante a Verona. Nella biografia dantesca Verona occupa un posto di assoluto rilievo: qui il Poeta fu ospite degli Scaligeri nel primo periodo del suo esilio, avviò probabilmente la stesura del De vulgari eloquentia e visitò probabilmente la Biblioteca Capitolare. Qui fece ritorno nel secondo decennio del Trecento e compose buona parte del Paradiso, dedicandolo a Cangrande della Scala. Vi sostò ancora nell’ultimissima parte della sua vita quando discusse la celebre Quaestio de aqua et terra. A Verona si stabilì il figlio Pietro Alighieri e ancora oggi vivono i discendenti della famiglia, custodendone fedelmente i luoghi della memoria, prima fra tutti la splendida villa Serego Alighieri di Gargagnago. Al fine di valorizzare tale patrimonio storico-culturale l’università, l’amministrazione comunale e il Progetto culturale della Diocesi veronese, insieme alle altre istituzioni coinvolte stanno lavorando di comune accordo per organizzare alcuni appuntamenti che contribuiscano a diffondere la conoscenza del nostro più grande poeta anche tra un pubblico di non specialisti. Tali iniziative mirano a coniugare serietà scientifica e profilo divulgativo, e dunque – pur risultando apprezzabili anche per gli studiosi esperti – vogliono offrirsi prima di tutto all’attenzione del pubblico cittadino e degli studenti delle scuole.