Attività fisica, invecchiamento attivo e politiche per la salute: quali scenari per il territorio veronese? Se n’è parlato martedì 19 novembre al palazzo della Gran Guardia all’interno del convegno “La salute nel movimento”, promosso dal Comune di Verona e dal dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’ateneo in collaborazione con di Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9 Scaligera. La mattinata di studi, arricchita dalla presenza di relatori ed esperti internazionali, ha ricordato i 30 anni dall’avvio del progetto per la promozione della salute negli anziani a Verona attraverso l’educazione motoria.
Il progetto è nato nel 1989 dalla collaborazione tra il Comune di Verona, un team di medici e insegnanti di educazione fisica coordinati da Federico Schena, direttore di Scienze motorie dell’università.
L’intento originario del progetto “La salute in movimento” era quello di riorganizzare le attività territoriali già esistenti per disegnare un programma completo di promozione dell’attività fisica adattata per persone anziane nel territorio veronese. Rapidamente sviluppato a Verona e presentato con successo a livello nazionale ed internazionale, ha trovato il supporto dell’Asl locale ed è stato accolto anche da alcuni Comuni della provincia di Verona, dall’associazione Diabetici Verona e dal comune di Rovereto.
La progettualità iniziale si è arricchita di nuove idee, articolate in interventi mirati, con un ruolo essenziale svolto dalle Scienze Motorie dell’università di Verona, i cui studi e ricerche hanno condotto a sperimentazioni di nuove forme di attività e a un’elevata qualificazione tecnica e didattica delle iniziative.
Oggi il progetto promuove corsi di attività motoria in palestra, corsi di nuoto e ginnastica in acqua, gruppi di cammino guidato, attività di ballo e vacanze attive. Nei trent’anni di lavoro, l’iniziativa ha registrato oltre 40.000 partecipanti tra i 64 e i 77 anni, più di 2.000 corsi e 120.000 ore di attività, confermandosi una realtà consolidata e in continua evoluzione.