In occasione del centenario della legge Sacchi, che prevedeva l’abolizione dell’autorizzazione maritale e l’apertura della maggior parte delle professioni alle donne, l’ateneo ha ospitato un convegno per ricordare il primo passo verso la parità dei diritti.
Giovedì 28 novembre al palazzo di Scienze giuridiche si è tenuto l’incontro “1919-2019. Nel centenario dell’abolizione dell’autorizzazione maritale”. Il congresso si è aperto con i saluti di Stefano Troiano, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, che ha ricordato come il 2019 sia un anno di anniversari. “Ricorrenze come questa ci aiutano a comprendere il passato e sono momenti per riflettere su ciò che è successo dopo”.
Francesca Briani, assessore alla cultura e alle pari opportunità del comune di Verona, è intervenuta elogiando l’iniziativa dell’ateneo. “Ci sono aspetti sui quali, ancora oggi, c’è parecchio da lavorare per raggiungere uguali diritti tra uomo e donna, a livello culturale prima ancora che a livello giuridico”.
Alessandra Cordiano, docente di Diritto privato dell’ateneo, ha ricordato la giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre: “La violenza di genere non va mai giustificata, è necessario continuare a parlarne e a formare le persone”.
Donata Gottardi, prorettore dell’università e docente di Diritto del lavoro, ha spiegato le fasi della nascita del diritto al lavoro alle donne in seguito al primo dopoguerra, e i risvolti odierni della legge Sacchi.
Marina Garbellotti, docente del dipartimento di Culture e civiltà dell’ateneo, ha ripercorso la figura della moglie ideale nella letteratura.
Al convegno sono intervenuti anche Cecilia Pedrazza Gorlero, docente di Storia del diritto medievale e moderno di ateneo, e Lorenzo Gaeta, storico del diritto del lavoro e docente dell’università di Siena, che hanno approfondito le declinazioni giuridiche dell’autorizzazione maritale e il contesto storico che ha portato alla legge Sacchi nel 1919.