Qual è la condizione dei lavoratori migranti impiegati nel settore agro-zootecnico? Su quali fattori è necessario investire per ridurre l’impatto di infortuni e malattie verso una maggiore tutela del diritto alla salute? Questi gli interrogativi al centro del convegno che si è svolto lunedì 20 gennaio al dipartimento di Scienze giuridiche, dal titolo “Vivere e lavorare in sicurezza: prospettive di cambiamento per i lavoratori migranti nel settore agro-zootecnico”.
Il convegno ha rappresentato la fase conclusiva del progetto Livingstone, ricerca finanziata con bando Inail nel 2016/2017, alla quale hanno partecipato numerose realtà e professionalità per la definizione di una cultura condivisa di previdenza, salute e sicurezza sul luogo di lavoro, con focus sul settore agricolo.
Ha introdotto i lavori Laura Calafà, docente di Diritto del lavoro e coordinatrice dell’evento:
Di salute e sicurezza in agricoltura ha parlato, tra gli altri, Maria Giuseppina Lecce, dirigente medico della Direzione generale della Prevenzione sanitaria al ministero della Salute, che ha presentato i contenuti del Piano nazionale della prevenzione concentrandosi, nello specifico, sul contesto del lavoratore agricolo, dove infortuni e malattie legate alla professione svolta sono molto rappresentati.
Caratteristica principale del Piano nazionale è l’approccio alla persona nel garantire la salute del lavoratore, prospettiva che permette di intercettare il lavoratore qualsiasi sia la sua provenienza e il contesto organizzativo e aziendale.