La falange di un piede e un pezzo di fegato. Sono questi i campioni biologici acquisiti dai resti di Cangrande della Scala e su cui, per la prima volta, sarà effettuato uno studio completo del Dna. Un processo di esamina complesso che, attraverso i reperti di tessuto osseo e di tessuto epatico, permetterà di analizzare la sequenza genetica del Cangrande. I prelievi sono stati eseguiti martedì 28 gennaio, in ambiente sterile, al Museo di Storia Naturale alla presenza del Magnifico Rettore dell’università di Verona Pier Francesco Nocini, dell’assessore alla Cultura Francesca Briani, del direttore dei Musei Civici Francesca Rossi, e di Massimo Delledonne, docente di Genetica al dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo. Presenti anche Leonardo Latella, curatore della sezione di zoologia del Museo di Storia Naturale, ed Ettore Napione, curatore delle collezioni d’arte medievale e moderna del Museo di Castelvecchio .
Il progetto di studio, che si concluderà nel 2021, sfrutterà l’analisi del genoma per supportare e integrare la ricostruzione storica della vita del grande scaligero, amico del poeta Dante Alighieri e, dallo stesso, celebrato in un canto della Divina Commedia. L’indagine storico-scientifica, denominata “Il genoma di Cangrande della Scala: il DNA come fonte storica”, rientra fra gli eventi celebrativi del settimo centenario della morte del sommo poeta ed è promossa dal Comune di Verona, attraverso i Musei di Castelvecchio e di Storia Naturale, insieme dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo, nell’ambito dei joint projects cofinanziati dall’ateneo.
“Dopo la realizzazione del primo vero calco del cranio del Cangrande, che mi ha visto personalmente protagonista alcuni anni fa con la mia equipe medica – ha ricordato il Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini –, l’università di Verona è coinvolta a pieno titolo in un nuovo straordinario appuntamento con la storia. Questa nuova analisi scientifica, infatti, chiarirà ulteriormente le importanti qualità fisiche del Cangrande che, per i suoi tempi (si tratta di un uomo del 1300) presentava una struttura fisica imponente, caratterizzata da un’altezza di oltre 1,70 metri e una struttura cranica di ampie dimensioni”.
“Un momento emozionante – ha sottolineato l’assessore Briani –. Non capita tutti i giorni di poter tenere in mano dei reperti così preziosi e di poter far parte di un gruppo di lavoro che, per la prima volta, consentirà l’osservazione approfondita del Dna di Cangrande. Il progetto scientifico è uno dei principali appuntamenti che saranno realizzati sul territorio cittadino in occasione delle celebrazioni dantesche”.
“È una scommessa scientifica – ha osservato Massimo Delledonne – che il Comune, con i suoi Musei Civici, e l’università hanno accettato per rendere possibile un’indagine genetica davvero particolare. Questi frammenti, da cui sarà estratto il Dna del Cangrande, ci consentiranno infatti di tracciare un quadro genetico dell’uomo e un’approfondita analisi sul suo stato di salute”.
Lo studio prosegue il percorso d’indagine avviato nel 2004 dalla Direzione Musei d’Arte e Monumenti che, in collaborazione con le Soprintendenze territoriali competenti, le università di Verona e di Pisa, l’Azienda ospedaliera di Verona, promosse e coordinò l’apertura dell’arca di Cangrande della Scala e la ricognizione dei resti al suo interno. Le ricerche scientifiche permisero l’acquisizione, da parte del Museo di storia Naturale, di alcuni campioni biologici della mummia del principe e una prima analisi riguardante la sua effettiva conformazione fisica, lo stato di salute e le circostanze che lo portarono alla morte. Allora, però, la ricerca sul Dna non fu possibile. Oggi, invece, grazie alle moderne tecniche e agli avanzati processi d’indagine è stata possibile l’estrazione di campioni di molecole sufficientemente integre da consentire l’analisi dell’intero genoma, riducendo al minimo gli artefatti e i danni dovuti a contaminazioni e all’età.