Il progetto Horizon 2020 “Smart-plant” è un’azione finanziata dalla Commissione europea che mira a valorizzare e trasformare gli impianti di depurazione esistenti in vere e proprie bio-raffinerie capaci di recuperare, dalle acque reflue, materiali di valore economico come cellulosa, fosforo, metano e bioplastiche. Come fase finale del progetto è stato realizzato un video per raccontare da vicino le tecnologie del progetto sviluppate nel depuratore di Carbonera (Treviso), dove il trattamento delle acque reflue ha sposato i principi dell’economia circolare.
Il progetto Smart-plant vuole ridurre l’impronta di carbonio necessaria ogni giorno per restituire all’ambiente acqua depurata, tramite l’implementazione di biotecnologie innovative che riducono i consumi energetici e le emissioni di gas serra dai depuratori.
Nell’impianto di Carbonera gestito dall’Alto Trevigiano Servizi, l’università di Verona e l’università Politecnica delle Marche hanno implementato due tecnologie, sviluppate rispettivamente su scala industriale e pilota.
La prima tecnologia, chiamata SCENA (Short-cut enhanced nutrient abatement) consente di ridurre i consumi energetici della linea fanghi del depuratore recuperando fanghi arricchiti di fosforo. La tecnologia pilota, chiamata SCEPPHAR (Short-Cut Enhanced Phosphorus and PHA Recovery), consente di produrre biologicamente fino a 1 kg al giorno di polidrossialcanoati, ovvero i precursori di bioplastiche biodegradabile, dalla stessa cellulosa presente nelle acque reflue (carta igienica) e attraverso processi fermentativi.
Roberta Dini