Il protrarsi dell’emergenza sanitaria in questi mesi ha messo in risalto l’aspetto pervasivo e la centralità dell’informatica nella quotidianità di ciascuno. Tuttavia, sempre più spesso, lo sviluppo e il progresso nel campo di ricerca procedono a velocità superiori rispetto alle nostre capacità di adattamento.
Il dipartimento d’Informatica d’ateneo ha attivato a tal proposito la possibilità per le scuole di fruire, in modalità virtuale e gratuita, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, di un percorso guidato all’interno del Museo dell’Informatica. Previa prenotazione al curatore, Marco Cristanini, l’iniziativa contempla anche la possibilità di attivare laboratori didattici ad hoc per tutte le età, per diffondere la cultura scientifica tra i giovani. All’innovativa proposta in formato virtuale, della durata di circa 50 minuti, ha già aderito con entusiasmo, nel pomeriggio del 21 aprile, una comitiva di 8 studenti per la classe 3a Liceo Scienze applicate dell’Istituto Lavinia Mondin di Verona.
set Hard Disk IBM (anni ’80) – panoramica Modem ‘Moore Reed & Co.’ Hard Disk IBM 10SR (1985) Hard Disk IMB DASD 3380J (1987) – primi hard disk IBM di capacità 1GByte – vista frontale computer integrato ad elettronica discreta Olivetti P6060 (1975) General Processor ‘model T’ (1979) Fisica ad uso dei Licei – E. Fermi (1948) IBM System_36 – fronte BM System_36 – retro Olivetti Lettera 22 (Prodotta dal 1950) Olivetti MLS (primi anni ’60) RAm 16K Honeywell 6000 (anni ’70)
Il Museo dell’Informatica, posto all’interno del dipartimento, in strada Le Grazie 15, rappresenta un unicum sul territorio scaligero: articolato su tre piani, espone oltre 150 antichi manufatti e risorse di studio – manuali, libri, riviste – che hanno scandito l’evoluzione tecnologica a partire dalla seconda metà del secolo scorso.