Il corso di laurea magistrale in Scienze dello sport e della prestazione fisica, erogato dall’ateneo scaligero in sinergia con l’università di Trento, si arricchisce di un’importante collaborazione. È stata infatti siglata una partnership tra l’ateneo di Verona e la Federazione ciclistica italiana per il supporto delle attività didattiche e di ricerca scientifica, nell’ambito del corso di Tecnica e didattica dello sport, coordinato da Aldo Savoldelli.
Il protocollo è nato da un’analisi condivisa tra Scienze Motorie dell’università di Verona, nella figura del professore Federico Schena, direttore vicario del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, che ha caldeggiato la collaborazione, il Settore studi, che è l’organo che si occupa della formazione dei futuri tecnici della Federazione ciclistica italiana, e la vicepresidente della Fci, Daniela Isetti.
L’accordo prevede la predisposizione di un canale preferenziale per quegli studenti che, a conclusione del corso, desiderino inserirsi come tecnici nell’ambiente. Il corso, previo superamento dell’esame finale con una votazione di almeno 24/30, dà infatti accesso all’esame abilitante che, una volta superato, permette di ottenere due specifiche qualifiche: quella di tecnico federale per i giovanissimi fino ai dodici anni (TI2), e quella per esordienti e allievi under sedici (TA2).
Inoltre, come sancito dall’intesa, sono già stati organizzati incontri con professionisti esperti del mondo del ciclismo. Ai seminari, parte integrante della formula didattica a distanza implementata per far fronte all’emergenza sanitaria, hanno già partecipato, tra gli altri, Dino Salvoldi e Davide Cassani, commissari tecnici delle selezioni azzurre, Marco Barini, collaboratore tecnico della nazionale BMX, e i due trentini Dario Broccardo, presidente del comitato FCI di Trento e Maurizio Fondriest, iridato su strada nel 1988 e vincitore della Milano-Sanremo nel 1993.
“Il ciclismo – spiega Aldo Savoldelli, docente anche per la Fci – è uno sport eccezionale per diversi aspetti. In esso gioca un ruolo rilevante il supporto tecnologico che permette di gestire molti dati utili sia per la preparazione fisica che dal punto di vista scientifico. Coordinare questo corso è stata per me l’opportunità di organizzare, grazie all’aiuto di Dario Broccardo, un plateau di incontri di altissimo livello, e un modo per avvicinare gli studenti al mondo sportivo, accorciando le distanze tra università e federazione, nella convinzione che entrambe, anche in futuro, potranno beneficiare di questa collaborazione. L’unico rammarico è stata l’impossibilità di fare vivere agli studenti le esperienze pratiche al velodromo di Montichiari, dove si allena la Nazionale femminile di ciclismo, e nella modernissima pista BMX di Verona del collega Marco Barini. Mi auguro però che questo possa avvenire presto”.