Si è concluso lo scorso 27 maggio, con la discussione finale della tesi in via telematica, il percorso di dottorato di Martina D’Onofrio, prima allieva veronese a conseguire il doppio titolo di dottoressa di ricerca, valido sia in Italia sia in Germania, in forza della convenzione che lega dal 2015 il dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona e la Rechts- und Wirtschaftswissenschaftliche Fakultät dell’università di Bayreuth, in Germania.
Lo scopo di questa unione è promuovere un proficuo dialogo tra i giovani studiosi del diritto italiani e tedeschi, superando le barriere linguistiche e creando concrete occasioni di scambio tra le due esperienze giuridiche. L’accordo consente ai dottorandi dell’una e dell’altra università di condurre i loro studi sotto la supervisione congiunta di docenti di entrambe le sedi, trascorrendo periodi di ricerca presso l’istituzione partner e partecipando a periodici seminari a carattere interdisciplinare in cui sono chiamati a esporre e discutere le proprie ricerche. I risultati dei seminari di dottorato sono stati raccolti in una pubblicazione congiunta nel 2018 e un’altra analoga è in preparazione per il 2020.
Martina D’Onofrio ha discusso – in parte in lingua italiana, in parte in lingua tedesca – una tesi dal titolo “Il pactum de non petendo: struttura e disciplina nella prospettiva del diritto privato europeo” di fronte a una commissione composta da Tommaso dalla Massara, docente del dipartimento di Scienze giuridiche, ma anche docenti dell’università di Bayreuth, dell’università di Torino e di Udine.
«Il percorso di dottorato congiunto», ha commentato D’Onofrio, «è stato per me una fonte di arricchimento di indiscutibile valore: mi ha permesso di trascorrere sei mesi presso l’Università di Bayreuth, dove, oltre ad avere avuto l’occasione di migliorare le mie conoscenze linguistiche, ho potuto approfondire in una prospettiva fortemente interdisciplinare l’analisi dell’ordinamento tedesco grazie al confronto scientifico con i miei tutor e con i colleghi tedeschi».
: «Quello raggiunto dalla dottoressa D’Onofrio è un traguardo molto importante», spiega Dalla Massara, tutor di parte italiana. «Dopo tre anni di ricerca, si concretizza in un bel lavoro, premiato con il voto “summa cum laude”, in base alla scala tedesca , un percorso di dialogo interdisciplinare e transnazionale. Condividere il ruolo di tutor con i due colleghi di parte tedesca è stato molto utile per integrare punti di vista differenti e trovare così significativi punti di intersezione tra prospettiva storica, di diritto civile italiano e di diritto civile tedesco. Un vero lavoro di diritto privato europeo».
«Il conferimento del primo doppio titolo di dottorato segna un traguardo importante per la collaborazione tra Verona e Bayreuth e costituisce la base su cui anche negli anni a venire troverà ulteriore consolidamento il già intenso rapporto di comunanza scientifica esistente tra le due sedi», conclude Stefano Troiano, referente scientifico del dottorato congiunto per l’ateneo e direttore del dipartimento di Scienze giuridiche. «È, infatti, alla firma proprio in queste settimane l’accordo che rinnova la convenzione per i prossimi cinque anni e che consentirà dunque a numerosi altri giovani dottorandi di vivere questa esperienza».