L’ateneo aderisce al nuovo protocollo per accogliere le persone positive al Coronavirus sprovviste di una casa dove rimanere in quarantena, progetto fortemente orientato alla prevenzione. L’accordo è stato sottoscritto venerdì 5 febbraio, in sala Arazzi di palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, alla presenza dei rappresentanti degli enti coinvolti, Comune, Prefettura, Ulss9 Scaligera, Diocesi di Verona e università di Verona. Per l’ateneo ha firmato il protocollo la prorettrice Donata Gottardi, insieme a Federico Sboarina, sindaco di Verona, al prefetto Donato Giovanni Cafagna, a Raffaele Grottola per l’Ulss9 e al vescovo monsignor Giuseppe Zenti in rappresentanza della Caritas Diocesana di Verona. Erano presenti anche Daniela Maellare, assessore ai Servizi sociali, e don Gino Zampieri, direttore della Caritas. Il progetto intende accogliere e monitorare le persone positive al Coronavirus senza fissa dimora. L’attività di accoglienza gode anche del sostegno di Fondazione Cariverona e rientra fra i servizi svolti attraverso il progetto “Sentinella“, promosso da Comune e ateneo, la cui realizzazione avviene grazie alla raccolta fondi promossa dal gruppo Athesis, insieme alla Fondazione Comunità Veronese, che ha intercettato la generosità della popolazione veronese.
Nelle due strutture di accoglienza, per gli uomini dai frati di San Bernardino e per le donne al Tempio Votivo, troveranno ospitalità persone prive di soluzioni alloggiative autonome, che devono osservare le misure della quarantena obbligatoria in quanto positive asintomatiche al virus Covid-19, o dell’isolamento fiduciario perché entrate in contatto diretto con soggetti contagiati. L’assegnazione dei posti, in caso di positività al virus, viene gestita dallo Sportello unico accoglienza, che prevede l’ascolto di chiunque, senza dimora, esprima il bisogno d’accoglienza. Allo stesso Sportello, grazie ad un ambulatorio medico allestito al Tempio Votivo, viene predisposto sia lo screening preventivo all’accesso, volto all’individuazione di casi d’infezione da Covid 19, che il monitoraggio successivo degli ospiti, per valutarne lo stato di salute effettivo. Il servizio è destinato a soggetti fragili, privi di un supporto sociale ed economico che ne garantisca cure e assistenza adeguate. È inoltre una soluzione anche per i detenuti che escono dal carcere e che si trovano in un temporaneo stato di difficoltà.
“Con questo protocollo è stata avviata un’attività che non ci si occupa solo della prima fase dell’accoglienza – ha spiegato Gottardi – ma garantisce, grazie ad un sforzo condiviso, il monitoraggio e la cura nel tempo delle persone in stato di bisogno che vengono prese in carico”.
Servizio di controllo e tamponi. L’attività di monitoraggio sanitario viene svolta dall’Ulss9 negli spazi allestiti al Tempio Votivo. Accedono al servizio le persone inviate con apposita documentazione dallo Sportello unico accoglienza. Per ogni richiedente, il servizio di vigilanza e controllo medico ambulatoriale apre una cartella, che viene poi inviata e conservata nella struttura di accoglienza ospitante. Tutti i richiedenti aiuto vengono sottoposti a tampone rapido e molecolare, che ne consente l’accertamento dello stato di salute prima dell’accoglienza in uno dei centri abilitati. Il servizio di screening è condotto e coordinato dall’università di Verona, tramite il proprio personale sanitario. Tale attività è inserita nel progetto universitario “Sentinella”, volto specificatamente allo screening ed al monitoraggio del Covid su alcune fasce della popolazione.
Il medico dell’Ulss9, a conclusione della visita ed in caso di esito positivo, certifica che il richiedente può essere accolto in ambiente comunitario. Il medico provvede inoltre alla segnalazione al dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 nel caso in cui, per il sospetto di malattie contagiose, sia necessaria una profilassi o un trattamento, ed eventuali ulteriori accertamenti o provvedimenti necessari ai fini della tutela della salute della persona ovvero della sanità pubblica.
L’accordo, valido fino al termine dello stato di emergenza, individua i soggetti attuatori e i rispettivi interventi. Il Comune, attraverso i Servizi sociali, provvede alla fornitura dei pasti, alla pulizia e sanificazione dei locali della struttura; la Diocesi mette a disposizione gratuitamente le strutture, attrezzate con posti letto e ritenute idonea per assolvere alla funzione richiesta; l’Ulss9 effettua i controlli sanitari, garantisce il trasporto in sicurezza degli ospiti ai fini dell’inserimento nella struttura e si impegna a individuare altra idonea collocazione del beneficiario in caso di sviluppo di sintomatologia durante il periodo di ospitalità; l’università si occupa del servizio di screening; la Prefettura garantisce il coordinamento dell’attività di ospitalità.