La comunità scientifica dell’Università di Verona, come sempre basandosi sulle evidenze scientifiche, esprime la più convinta adesione all’attuale campagna vaccinale anti SARS-CoV-2.
Il rapporto beneficio/rischio di tutti i vaccini disponibili è ampiamente documentato, sia dalle sperimentazioni pre-commercializzazione che dalle evidenze che si stanno accumulando a seguito della vaccinazione di milioni di persone in tutto il mondo.
Come tutti i farmaci, anche i vaccini possono provocare reazioni avverse, tuttavia l’incidenza di quelle gravi è molto rara. L’AIFA e l’EMA hanno approntato e stanno già attuando specifici programmi di sorveglianza sugli effetti avversi dei vaccini anti-COVID-19. Programmi che vedono in prima fila l’Università di Verona, impegnata altresì nello sviluppo del vaccino italiano Reithera.
L’Ateneo si dissocia totalmente, pertanto, dalle posizioni espresse dal prof. Paolo Bellavite, durante la trasmissione “Di Martedì” sul canale televisivo LA7 del 4 maggio scorso, in cui sono stati tra l’altro citati dati non documentati. Autorevoli colleghi presenti nello studio hanno, fortunatamente, messo in luce le incongruenze e le inesattezze riportate durante l’intervista.
Non si vuole certo limitare la libertà d’espressione, né tanto meno stigmatizzare le scelte giornalistiche su quali personalità del mondo scientifico invitare alle trasmissioni televisive. Ma poiché quanto affermato a titolo personale dal prof. Bellavite è stato ripreso da alcuni organi di stampa, e lo stesso è stato presentato erroneamente come ematologo dell’Università di Verona, corre l’obbligo di precisare che il professore in questione è stato già docente di Patologia Generale presso il nostro Ateneo, ma da tempo (2017) è in pensione e non risulta avere alcuna collaborazione attiva con nostri gruppi di ricerca, tantomeno in ambito COVID-19. Le sue opinioni sono opinioni personali, come quelle che qualsiasi cittadino può esprimere, e non rappresentano quindi a nessun titolo la posizione della comunità scientifica dell’Università degli Studi di Verona. Tutte le strutture sanitarie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona sono fermamente convinte della necessità della vaccinazione anti-SARS-CoV-2 come unico mezzo per porre fine all’emergenza epidemiologica. Di conseguenza, hanno messo a disposizione personale medico e infermieristico e ambulatori per vaccinare, negli ultimi due mesi, migliaia di pazienti fragili, oltre che partecipare alla campagna vaccinale rivolta alla cittadinanza veronese.
Invito pertanto tutti a dare il giusto peso alle opinioni dei docenti in base alle loro specifiche competenze. Considerando con particolare attenzione le opinioni dei docenti che si spendono ogni giorno, rischiando anche la propria salute, nelle corsie, nei reparti, nelle sale operatorie, negli ambulatori, nelle rianimazioni, e toccano con mano, assieme ai pazienti e alle loro famiglie, l’evoluzione di questa pandemia.
Il Magnifico Rettore, Professor Pier Francesco Nocini