La Società americana di ematologia ha scelto una giovane veronese per il premio annuale Ash-Sie award. Enrica Federti, post doc che lavora nel gruppo di ricerca coordinato da Lucia De Franceschi, docente del dipartimento di Medicina, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento nel corso del 63esimo meeting annuale della American society of hematology (Ash). Il congresso rappresenta l’evento internazionale più importante dell’anno nelle discipline di ematologia sperimentale, ematologia clinica, medicina interna e immunologia.
Federti ha presentato una ricerca dal titolo “Nrf2 Plays a Key Role in Iron-Overload Cardiomyopathy”, svolta all’università di Verona in collaborazione con Francesca Vinchi del New York Blood Center e Emanuela Tolosano del Centro di Biotecnologie Molecolari dell’università di Torino.
“L’Ash-Sie award viene dato ai post-doc più meritevoli che presentano risultati di alto rilievo scientifico – spiega De Franceschi. – Un successo davvero importante per la nostra università e per giovani che, come Enrica Federti, contribuiscono al progresso della scienza e alla visibilità dell’ateneo”.
Nata a Negrar, Federti ha condotto i suoi studi all’università di Padova laureandosi prima in Biologia molecolare e poi in Biologia Sanitaria. Ha proseguito la sua formazione con un dottorato al dipartimento di Medicina dell’ateneo scaligero, dove tutt’oggi è impegnata per la Fondazione Telethon nel gruppo di lavoro coordinato da Lucia De Franceschi.
Dottoressa Federti, cosa significa per lei questo riconoscimento?
È un onore per me, come donna e come ricercatore, aver ricevuto questo riconoscimento che da visibilità agli sforzi del nostro team di ricerca giovane e dinamico e all’intenso lavoro di coordinazione tra collaborazioni nazionali ed internazionali. Inoltre, mi permetterà di rafforzare il curriculum e partecipare a call per progetti nazionali ed internazionali.
Di cosa tratta la ricerca e cosa l’ha ispirata?
La ricerca riguarda i meccanismi di malattia che caratterizzano la cardiomiopatia ipertrofica, che rappresenta la prima causa di morte nei giovani pazienti affetti da beta-talassemia e la seconda causa di morte in pazienti giovani/adulti con anemia falciforme. Il lavoro premiato ci ha permesso di identificare il ruolo che gioca il processo di ferroptosi nella patogenesi della fibrosi cardiaca in queste malattie, che sebbene rare, costituiscono un modello trasferibile a complicanze di patologie più diffuse come le sindromi mielodisplastiche.
Come questa ricerca può far progredire l’ambito scientifico nel quale si inserisce?
Il premio è stato selezionato tra 2500 abstract giunti da tutto il mondo alla Società americana di ematologia e la motivazione nella scelta del nostro lavoro è rivolta al grado di innovazione e di progresso nella conoscenza dei meccanismi responsabili della cardiomiopatia ipertrofica. I nuovi orizzonti che il nostro lavoro ha aperto consentiranno lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici a queste patologie altamente invalidanti.