Valorizzare alcune figure femminili che, in forma diretta, donne visibili, o indiretta, donne in controluce, grazie ai loro talenti e abilità, hanno offerto un significativo contributo nello sviluppo sociale, imprenditoriale, commerciale, culturale, artistico e scientifico, nella Verona a cavallo tra Otto e Novecento. Questo l’obiettivo della mostra “Donne visibili e donne in controluce. Mondi del fare e mondi del sapere, attraverso le protagoniste femminili nella Verona tra Otto e Novecento”, inaugurata mercoledì 14 dicembre, nella sede della Camera di Commercio di Verona.
A tagliare il nastro il Magnifico Rettore dell’ateneo scaligero, Pier Francesco Nocini, Roberta Girelli, presidente del Comitato per la promozione dell’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio veronese, Silvia Nicolis, componente di giunta della Camera di commercio, e Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttrice artistica della Fondazione Arena.
L’esposizione, a cura di Maria Luisa Ferrari e Daniela Brunelli, è promossa dal Comitato per la promozione dell’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Verona e da Confcommercio Terziario donna, con il patrocinio dell’Ateneo, della Camera dei Deputati, della Regione del Veneto, della Provincia di Verona e del Comune di Verona.
“Fin dalla mia campagna elettorale accademica un punto importante del programma era l’attenzione alle politiche di genere e alla valorizzazione delle competenze femminili in tutte le branche del sapere”, ha spiegato il Magnifico Rettore. “Abbiamo ad oggi raggiunto importanti obiettivi tra i quali: il piano per l’equilibrio di genere, il bilancio di genere e una nostra rappresentanza all’interno della Commissione della Crui sulle tematiche di genere. Plaudo a questo importante evento, anche questo finalizzato a migliorare all’interno della nostra comunità il raggiungimento di una piena uguaglianza”.
La mostra intende comprendere come si sono evoluti nell’ultimo secolo i mondi del fare e i mondi del sapere, secondo le diverse sensibilità e l’impegno delle nostre concittadine. Si tratta, per lo più, di donne nate e vissute a Verona o che, sebbene nate altrove, hanno significativamente operato nel nostro territorio. Inoltre, non mancano luminosi esempi di donne veronesi le quali, pur non scordando mai le loro origini, hanno potuto esprimere al meglio i loro talenti spostandosi in città che al tempo potevano offrire maggiori opportunità in alcuni campi del sapere. In tutti i casi, siano donne visibili o in controluce, hanno vissuto in un periodo storico, di poco alle nostre spalle, nel quale i diritti non erano ampiamente riconosciuti, tanto meno considerati paritetici i ruoli sociali e familiari.
È possibile, così, comprendere come ogni donna rappresentata sia un caleidoscopio di saperi e d’interessi, idealmente rappresentativa di un intero universo femminile. “A ciascuna esprimiamo un tributo di gratitudine”, concludono le curatrici, “per ogni fatica spesa e per le vie tracciate negli ambiti in cui hanno operato, consapevoli che se noi, oggi, possiamo godere di condizioni migliori e contribuire alla prosperità economica e al miglioramento sociale della nostra città – che, nel frattempo, ha assunto una dimensione europea e internazionale – lo dobbiamo anche a loro”.