“RiCucire distanze e luoghi: per una quotidianità condivisa (RiCu)” è il titolo della mostra allestita nel Chiostro Santa Maria della Vittoria nell’ambito del convegno annuale della Società italiana di antropologia applicata. L’esposizione è l’esito finale di un Joint project biennale ed è stata inaugurata nel 2021 al Museo africano.
Il progetto RiCunasce da una proposta del gruppo di ricerca di antropologia del dipartimento di Culture e civiltà, coordinato da Anna Paini, che ha coinvolto partner del territorio, in primis l’ass ociazione Ad Maiora, di alcuni giovani richiedenti asilo con competenze sartoriali/artistiche, provenienti da alcuni paesi dell’Africa occidentale e un artista curdo, con i quali vi era già in essere un rapporto di scambio grazie a una precedente ricerca etnografica condotta nel Cas di Costagrande da SabaudinVarvarica, assegnista di ricerca.
“La necessità sottesa al progetto era quella di ‘prendere parola’ in città in un periodo di forti tensioni legate all’accoglienza – spiega Anna Paini, curatrice della mostra – ci siamo impegnati in un progetto che potesse restituire centralità e capacità narrativa ai vissuti dei richiedenti asilo, che tenesse insieme il sapere con il fare, un progetto che potesse essere efficace come opportunità di riflessione e di cambiamento di sguardo. Il progetto era finalizzato alla realizzazione di manufatti-coperte, intese come oggetti capaci di restituire centralità alla voce dei giovani sarti, per dare risalto a frammenti del loro viaggio migratorio e visibilità a pezzi e momenti della loro quotidianità del presente. L’intento è stato quello di arrivare a una narrazione che sottragga i vissuti delle persone richiedenti asilo alle generalizzazioni e alle visioni stereotipate che fanno ostacolo all’ascolto e all’avvicinarsi alle loro storie”.
Il processo che ha portato alla realizzazione delle coperte era visibile in mostra attraverso le foto realizzate dai fotografi di VeronaOFF, alcuni video e i testi che accompagnano le realizzazioni tessili. Ciascuna coperta è l’esito del lavoro creativo di un sarto protagonista del progetto che ha realizzato il top a cui si sono affiancate le socie di Ad Maiora, che hanno invece trapuntato le coperte con un intervento sul retro che racconta la loro interpretazione della coperta. Le coperte sono così diventate un momento forte di confronto e di dialogo interculturale.
La mostra sarà riproposta dal 30 aprile al 3 maggio nel Palazzo della Gran Guardia nell’ambito di Verona Tessile 2023.