La ricerca, la raccolta, la custodia, la classificazione e la diffusione di informazioni sono state le mansioni principali dei servizi di Intelligence sin dalla nascita dello Stato moderno. Nella società di oggi, caratterizzata dal contesto tecnologico, dai big data e dall’intelligenza artificiale, queste funzioni sono diventate fattori indispensabili per tutelare la cittadinanza e le istituzioni e per garantirne la sicurezza.
L’evento “Intelligence: fra storia, diritto, comunicazione e tecnologia”, inserito fra le iniziative per la celebrazione dei 40 anni dell’Università di Verona, si terrà a Palazzo Giuliari giovedì 9 marzo dalle 10 alle 13. Relatrici e relatori della giornata, autorevoli esperti del settore in Italia e all’estero, apriranno una riflessione sul ruolo dell’Intelligence nell’età moderna, attraversando la storia, il diritto, la comunicazione e la tecnologia.
L’evento si aprirà con i saluti istituzionali del Magnifico Rettore dell’Università di Verona Pier Francesco Nocini, della Prorettrice vicaria dell’Università di Trento Paola Iamiceli, del Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Stefano Troiano e del coordinatore del Corso di dottorato in Scienze giuridiche, europee e internazionali Giovanni Rossi. Presenti il prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna, il questore di Verona Ivana Petricca e il rappresentante dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza della Regione Veneto Pierluigi Granata.
In Veneto, le attività d’Intelligence possono rivelarsi particolarmente utili, soprattutto nell’ambito del contrasto e della prevenzione di gravi forme di criminalità anche organizzata e di stampo mafioso. Dal rapporto annuale del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, emerge che il 9% delle informative inviate alle autorità istituzionali e alle forze di polizia dall’Aisi e il 2% di quelle dell’Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, riguardano proprio la criminalità organizzata.
Confrontandosi con l’Osservatorio regionale per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza della Regione Veneto sembrano emergere alcune criticità, come l’incertezza dei dati disponibili, in quanto difetta una vera e propria “cultura dell’Intelligence” nonostante l’egregia attività svolta dalle forze dell’ordine.
Ne consegue quindi la necessità di una sinergia interistituzionale per promuovere lo studio e la cultura scientifica dell’Intelligence. In questo senso, l’Università di Verona si è dimostrata, con questa iniziativa e ospitando la sezione Regione Veneto della SOCINT (Società Italiana di Intelligence), uno fra gli atenei più sensibili nel promuovere la disciplina dell’Intelligence, nel prisma del suo attuale e più moderno significato. Infatti, nell’odierno contesto tecnologico della società dell’informazione, per prevenire e contrastare in modo efficace le varie forme di criminalità, anche organizzata e sempre più spesso informatica, l’attività d’Intelligence risulta indispensabile e determinante.
A moderare l’incontro saranno Cecilia Pedrazza Gorlero, presidente del Presidio della Qualità dell’Università di Verona, e Roberto Flor, referente del Magnifico Rettore per Anticorruzione e Trasparenza e presidente della Sezione Regione Veneto della SOCINT.
Tra i relatori dell’evento interverranno Franco Gabrielli, già Sottosegretario di Stato con delega ai Servizi Segreti, Capo della Polizia e direttore del Sisde, Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, e dell’Aisi, Agenzia informazioni e sicurezza interna, portando il suo bagaglio esperienziale e sottolineando l’importanza dell’Intelligenze per il nostro Paese.
Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence, Antonio Felice Uricchio, presidente dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, e membro del comitato scientifico della Società italiana di intelligence, Andrea Di Nicola, direttore del Centro interuniversitario di Scienze della sicurezza e della criminalità istituito tra le Università di Verona e Trento, e Francesco Sidoti, professore emerito di Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale dell’Università dell’Aquila, evidenzieranno la rilevanza operativa, scientifica e interdisciplinare dell’Intelligence intesa come materia di studio e di ricerca.
Dell’incrocio tra Intelligence, giornalismo e comunicazione si occuperà Giampaolo Musumeci, giornalista e conduttore di “Nessun luogo è lontano”, un podcast realizzato per Radio24, mentre Roberto Giacobazzi, prorettore vicario dell’Ateneo veronese, si dedicherà ai profili tecnologici più rilevanti per gli strumenti e le attività di Intelligence.
Il presidente della Società Italiana di Intelligence Mario Caligiuri evidenzia come una cultura dell’Intelligence sia quanto mai necessaria per la collettività. Poiché nella società digitale ognuno di noi produce e veicola informazioni in grandi quantità, un’educazione all’utilizzo delle informazioni si rivela determinante, con forti impatti sul territorio, così da poter parlare di Citizen Intelligence, un’Intelligence democratica.
“Il nostro Ateneo ha istituito con l’Università di Trento un centro interuniversitario di Scienze della Sicurezza e della Criminalità che ha fra i suoi obiettivi di ricerca proprio lo studio dell’intelligence in una prospettiva multidisciplinare. L’ampiezza dell’evento e l’interesse che ha suscitato sul piano istituzionale ed accademico testimonia, con la partecipazione di importanti autorità e esperti del settore, la percezione della rilevanza e le prospettive di crescita di una tematica di cruciale attualità per la sua natura trasversale”, ha affermato il Magnifico Rettore di Verona, Pier Francesco Nocini.
L’iniziativa è promossa dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Verona e inserita tra le attività formative del Corso di dottorato in Scienze giuridiche, europee e internazionali, in collaborazione con il Cssc, il Centro di scienze della sicurezza e della criminalità dell’Ateneo scaligero e dell’Università di Trento.