La prova pratica del 28 marzo alle scuole Fainelli-Gandhi, Istituto Comprensivo Chievo-Bassona, è stata l’ultima data per questo anno scolastico del progetto “Un battito di Mani”, che ha portato nelle scuole elementari veronesi le manovre salvavita.
Nato dalla collaborazione tra Aoui-Verona, Università, Comune di Verona e Ufficio Scolastico Territoriale, il progetto ha visto la partecipazione di 15 Istituti Comprensivi con 59 classi quinte, per un totale di 1150 bambini. L’iniziativa prevede l’inserimento didattico dei fondamenti del Primo Soccorso ed è unica nel suo genere perché, dopo tre mesi, torna a verificare l’apprendimento degli studenti. I risultati sono incoraggianti perché l’82% di loro si ricordano esattamente cosa devono fare in una situazione di emergenza.
Alla giornata conclusiva erano presenti Callisto Marco Bravi, direttore generale dell’Aoui, Simone Sebastiani, medico chirurgo e referente IRC, Luca Dal Corso infermiere e ideatore dei progetti; per la facoltà di Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università di Verona, il presidente del corso di laurea, Paolo Fabene, Eleonora Volpato, coordinatrice studenti, ed Elena Anselmi tutor del corso di laurea. Per le scuole invece erano presenti Giuseppe Venturini delegato del dirigente Ufficio Scolastico Provinciale, la dirigente scolastica Anna Maria Maiorano e l’insegnante Letizia Goni.
Progetto – Finalità
“Un battito di mani” introduce nei curricula delle scuole Primarie veronesi l’insegnamento teorico-pratico delle manovre di rianimazione cardiopolmonare attraverso una combinazione pianificata dei programmi di scienze ed educazione civica.
Numeri
Partito a settembre 2022 per l’anno scolastico 2022/2023, il progetto ha coinvolto 15 Istituti Comprensivi, 59 classi V, 1150 bambini. Ad oggi 450 studenti ri-testati. 30 studenti universitari (Infermieristica).
Perché questo titolo
“Un battito” (ricorda il battito cardiaco), “Di mani” (le mani che andranno poste al centro del torace al paziente in ACC), “Un battito di mani” (le attività si concludono con un applauso che i bambini fanno a sé stessi e agli altri, nella consapevolezza che è giusto e bello fare qualcosa di utile per chi è in difficoltà).
Modalità di svolgimento
Lezione teorica secondo curricula ministeriale inerente all’apparato cardiovascolare più insegnamento teorico delle manovre di Basic Life Support (BLS). Esercitazione pratica su manichino didattico. Test di verifica delle conoscenze apprese al termine della mattinata formativa. Consegna degli attestati di partecipazione, attraverso i quali divulgare a familiari e amici quanto appreso. Re-test delle conoscenze teoriche e delle competenze pratiche a distanza di 3 mesi per evidenziare quanto un bambino ricorda delle procedure Basic Life Support (dati ad oggi in elaborazione per un articolo scientifico, non presente ad oggi in letteratura).
Enti coinvolti
AOUI Verona, con il Patrocinio e contributo del Comune di Verona -Assessorato all’istruzione, Università degli studi di Verona- Facoltà di Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Evento patrocinato da Ufficio Scolastico Territoriale (ex provveditorato agli studi) e da Italian Resuscitation Council (IrC).
Feedback
L’attività si è rivelata di grande efficacia, specialmente in considerazione dell’entusiasmo espresso dai giovani partecipanti e dalle loro famiglie. La maggior parte degli insegnanti ha anche espresso la necessità di una formazione al BLS a loro riservata. Gli istruttori di AOUI e gli studenti della facoltà di Infermieristica riportano feedback positivi sia dal punto di vista professionale sia da umano nel contato con i bambini. I re-test eseguiti fino a questo momento mettono in evidenza dati inequivocabili: oltre l’82% degli studenti ricorda esattamente la sequenza del BLS (agire in ambiente sicuro, saper valutare l’ACC tramite mancanza di coscienza, movimento tosse- respiro, saper allertare il Suem 118, saper iniziare RCP).
“Siamo particolarmente orgogliosi della passione e competenza dimostrate dai nostri studenti nel coadiuvare il dottor Luca Dal Corso nell’iniziativa”, ha spiegato Paolo Fabene. “All’infermiere moderno vengono infatti richieste anche competenze di divulgazione scientifica e di promozione della cura e della sicurezza dell’altro. I nostri studenti, che si distinguono per preparazione e competenze, rispondono sempre in maniera attiva ed entusiastica quando proponiamo attività di servizio alla collettività, come già successo nella campagna di vaccinazione durante l’emergenza COVID-19”.
Contributo ufficio stampa Aoui