Curare il diabete nei bambini e negli adolescenti tramite le nuove tecnologie. È questo il tema centrale del congresso “Diagnosi e trattamento del diabete 0-18 anni: nuovi scenari”, che si terrà venerdì 12 maggio nell’Aula magna “G. De Sandre” del Policlinico di Verona. Coordinatore scientifico dell’evento sarà Claudio Maffeis, direttore della sezione di Diabetologia pediatrica e metabolismo del dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno-infantili dell’università di Verona.
Il congresso è stato organizzato col patrocinio della Società italiana di pediatria, della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica, dell’università degli studi di Verona, dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, dell’Ulss 9 scaligera, della regione Veneto e del comune di Verona.
Durante l’arco della giornata si terranno alcune tavole rotonde in cui gli esperti affronteranno i temi delle nuove terapie, le tecnologie a servizio dei medici e le nuove metriche di controllo del Diabete tipo 1.
Il diabete può insorgere anche nel bambino e nell’adolescente. Questa è infatti la patologia endocrina più comune prima dei 18 anni: in più del 90% dei casi si tratta di diabete tipo 1, che consegue alla auto-distruzione delle cellule che producono insulina per un’aggressione autoimmune. Il primo allarme legato alla carenza di insulina è dato dalla comparsa di un aumento della sete, necessità di urinare frequentemente, perdita di peso. Questi sintomi iniziali non devono essere trascurati ed è necessario rivolgersi subito al medico. Il ritardo della diagnosi espone infatti a conseguenze molto importanti fino alla grave compromissione metabolica (chetoacidosi diabetica) e al rischio di vita.
Il diabete è una malattia cronica che promuove la comparsa di complicanze, cioè di altre malattie, questo nell’adulto come nel bambino: fondamentale quindi la prevenzione e un trattamento efficace.
“Buone notizie arrivano dalla ricerca” afferma Claudio Maffeis, coordinatore scientifico del congresso “per la prima volta è stato riportato che persone con diabete tipo 1 che si curano bene hanno un’aspettativa di vita pari a coloro che non hanno il diabete. Questo ottimo risultato è dovuto al progressivo miglioramento della cura che soprattutto negli ultimi anni si è arricchita di nuove tecnologie quali sensori della glicemia e micropompe per l’iniezione in continuo dell’insulina, ora anche integrate, sempre più “intelligenti”, con elevato grado di automazione. Il pancreas artificiale è una realtà alla portata di mano. Il progresso in questo ambito è rapidissimo e si associa ad un netto miglioramento della qualità di vita per il paziente e per i famigliari”.
“L’innovazione tecnologica si completa” prosegue Maffeis “con la telemedicina: nuove modalità di comunicazione a distanza con cui paziente, pediatra diabetologo e team di cura si interfacciano, con condivisione di dati clinici, realizzazione di videoconsulti, applicazione di programmi di educazione terapeutica ed altro ancora”.
“E non ci si ferma qui. Ci sono novità anche nell’ambito delle terapie sostitutive con trapianto di insule pancreatiche e nella prevenzione, con nuove immunoterapie.”
L’obiettivo di ridurre a zero l’impatto del diabete sulla vita di bambini e adolescenti è sempre più vicino e ricerca ed innovazione si confermano determinanti.