Come Consiglio Studentesco siamo molto contenti di essere venuti a conoscenza del ritorno di Patrick Zaki in Italia, dove potrà continuare i suoi studi e la sua ricerca. Nell’aprile del 2021, dopo due mesi di detenzione preventiva da parte del governo egiziano nei suoi confronti, come rappresentanza studentesca abbiamo chiesto di ricordare la sua ingiusta condizione con degli schermi, che, nei diversi poli, ricordassero a tutta la comunità studentesca la necessità di ribadire l’ingiustizia che stava subendo un giovane studente come noi.
Non vedrete più la schermata nei Poli dell’ateneo, ma rimane e rimarrà sempre valido il messaggio sottostante il secondo punto della mozione che avevamo presentato, in cui si poneva l’accento sulla sensibilizzazione: è fondamentale, infatti, che l’università possa continuare a difendere la libertà e la sicurezza degli studi e della ricerca, che deve rimanere il valore fondante dei nostri Atenei.
Quella di Patrick Zaki è una vicenda che ci permette di dimostrare l’importanza di mantenere viva e attiva l’attenzione, anche mediatica, e come questo possa avere un peso anche nelle situazioni internazionali.
Per noi rappresenta una notizia solo in parte positiva: il suo rilascio viene solo dopo anni di torture e abusi, senza garanzia dei basilari diritti umani internazionali. Non possiamo, su questo, non pensare a storie come quella di Giulio Regeni, Ahmad Reza Jalali. Non possiamo dimenticare e ignorare le continue persecuzioni e “privazioni” anche dopo la scarcerazione, come sta accadendo per Ahmed Samir Santawy. Non possiamo dimenticare quanti sono andati incontro ad una fine ben più tragica, e quanti ancora sono ancora ingiustamente incarcerati in Egitto e nel mondo.
Diventa quindi importante ricordare e incentivare l’impegno dell’università nei diversi progetti di Cooperazione allo sviluppo e di advocacy, come forma di responsabilità collettiva verso il mondo esterno.
Francesca Flori, presidente del Consiglio studentesco Univr.