In un mondo sempre più connesso, dove i dati personali sono a potata di pochi clic, la protezione dei dati è diventata tema centrale. Lo scorso giugno, la direzione Informatica, tecnologie e comunicazione dell’ateneo di Verona, ha ottenuto la certificazione ISO/IEC 27001:2022 rilasciata dall’Organismo di certificazione CSQA, relativa alla sicurezza delle informazioni, primo ateneo europeo ad acquisire tale certificazione. Un traguardo importante per il mondo universitario che si fa così portavoce di una nuova cultura della protezione dei dati.
La consegna della certificazione si è tenuta questa mattina, mercoledì 13 settembre, nella Sala Barbieri di Palazzo Giuliari alla presenza del direttore generale Federico Gallo, di Giovanni Bianco, dirigente della direzione Informatica, tecnologie e Comunicazione, di Anna Conte responsabile divisione Servizi digitali dell’Organismo di certificazione CSQA e di Gianluca Lombardi amministratore unico di GL Consulting.
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Il “progetto ISO” dell’università di Verona è iniziato nella primavera del 2022 quando Giovanni Bianco, dirigente della direzione Informatica, Tecnologie e Comunicazione, pone tra gli obiettivi del suo team quello di raggiungere la certificazione. “Il nostro obiettivo era quello di dare un chiaro segnale: viviamo in un’epoca in cui i dati valgono più del petrolio ed è necessario proteggerli, creando una cultura di base, che consenta di realizzare un sistema di gestione con misure di sicurezza, sia tecniche che organizzative”, spiega Bianco, “trasmettendo alle nuove generazioni la capacità di dare il giusto valore alle proprie informazioni. Così abbiamo definito e organizzato internamente un gruppo ad hoc seguito brillantemente dal collega della Direzione, Franco Bersani, che ha saputo implementare la norma assieme ai nostri consulenti”.
Il processo di certificazione ha coinvolto un considerevole numero di risorse e strumenti: investimenti nell’introduzione di nuove misure tecniche di sicurezza, 50 professionisti interni dell’ateneo impegnati nella definizione di procedure organizzative e un team di consulenti esterni dell’azienda GL Consulting, che ha collaborato all’implementazione del sistema ISO.
L’ambito dell’Information and Communication Tecnologies (ICT) è tra i più colpiti dagli hacker informatici ed è secondo solamente ad obiettivi di tipo governativo o militare. Va da sé che un ateneo risulta essere un target ad alto rischio.
Ciononostante, in Italia attualmente sono poco più di 5.300 le aziende certificate ISO 27001 sotto accreditamento Accredia. Un dato in lenta crescita che evidenzia, però, come solamente un’azienda su mille abbia richiesto e ottenuto un’attestazione di conformità legata alla sicurezza dei dati.
“Nel primo semestre del 2022 ci sono stati mediamente 153 attacchi gravi al mese, con un picco nel mese di marzo in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina”, prosegue Bianco. “Questi dati ci dicono che non è più possibile attendere. Bisogna prevenire, bisogna comprendere che il punto non è se saremo vittime di un attacco ma quando lo saremo. Abbiamo intrapreso questo cammino perché per la mia Direzione non ero più disposta ad aspettare, il mio obiettivo è che le nostre informazioni siano il più possibile protette e tutelate. Lo considero un segno di rispetto verso tutti coloro che lavorano e studiano in questo ateneo”.
“Supportare l’università di Verona nel raggiungere questo importante traguardo è stato un privilegio”, sostiene Gianluca Lombardi di GL Consulting. “Il progetto ha senza dubbio richiesto un grande sforzo per tutte le figure coinvolte, ma alla base c’è sempre stata una forte volontà di arrivare all’obiettivo e questo ha permesso di procedere con costanza e professionalità. Aver guidato professionisti di prim’ordine nelle varie tappe del viaggio che ha portato alla certificazione è stata una grande soddisfazione. Questo deve essere comunque considerato un punto di partenza e non di arrivo: da qui inizia la sfida per il futuro”.
Il tema centrale che emerge in questo contesto è quello della consapevolezza su come si sta evolvendo il mondo universitario e in generale quello di ogni organizzazione che vuole creare solide basi per il suo futuro. La digitalizzazione ha portato e sta portando, senza dubbio, innumerevoli vantaggi, ma, parallelamente, manca un’attività strutturata di divulgazione e di formazione. Troppo spesso si ignora il valore delle informazioni trattate e si sottovaluta il pericolo di potenziali attacchi che possono mettere a serio rischio i dati coinvolti.
Una certificazione che presenta, dunque, molte sfumature e che oltre ad avere l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza dei dati dell’ateneo in sé, vuole essere un messaggio di allerta e un consiglio per tutte quelle realtà che probabilmente sottovalutano ancora il tema della protezione dei dati.
Qui l’intervista completa a Federico Gallo, Giovanni Bianco e Gianluca Lombardi e il messaggio del presidente del Veneto Luca Zaia.