«I miei libri nascono dal desiderio, sempre esistito in me, di fare della scrittura un mestiere». Ormai al suo terzo romanzo Paola Peretti, laureata dell’ateneo scaligero in editoria e giornalismo, ha concretizzato il suo desiderio di fare della sua scrittura il suo mestiere.
Paola Peretti, scrittrice laureata alla magistrale di Editoria e giornalismo dell’università di Verona, ha presentato, lunedì 19 febbraio alla Feltrinelli di Verona, il suo nuovo romanzo edito Giunti: “Io, Filippo e l’albero di ciliegio”. «I miei libri nascono dal desiderio di fare della scrittura un mestiere. Quando da adolescente ho scoperto di avere una malattia degenerativa agli occhi ho pensato bene di premere sull’acceleratore e di tentare con costanza la via della pubblicazione – ha raccontato Paola Peretti – Ogni romanzo è per me un’occasione per porre l’attenzione su problematiche spesso trascurate: l’imperfezione, la bellezza del difetto, l’importanza dell’errore e della crisi nella crescita di ognuno».
I romanzi scritti da Paola Peretti sono pagine di vita, storie che molti non hanno la forza di raccontare e altri di osservare. I suoi sono libri che catturano l’attenzione di lettori appartenenti a diverse fasce d’età, in cui ogni dettaglio dipende dal vissuto stesso della scrittrice, dalle sue letture e dalla sua formazione personale. «Frequentare l’università a Verona mi ha dato modo di approfondire l’interesse per la letteratura, che ha sempre fatto parte di me. Una disciplina, in particolare, ha cambiato la mia vita: il corso di filosofia politica per il giornalismo tenuto dalla professoressa Adriana Cavarero, filosofa e storica della filosofia italiana di fama internazionale già docente di filosofia politica dell’università di Verona. Ha aperto i miei occhi sulla mia condizione di donna del mio tempo, e non è poco», ha raccontato la scrittrice.
Classe 1986, Paola Peretti, nata in provincia di Mantova, cresce a Verona, dove vive ancora oggi. Dopo aver frequentato il liceo classico Maffei, si laurea in lettere e decide di proseguire la sua formazione accademica iscrivendosi alla magistrale in Editoria e giornalismo. Nel 2016 conclude i suoi studi alla scuola Palomar di Rovigo con un master in story telling. Esordisce nel 2018 con “La distanza tra me e il ciliegio“, il primo romanzo che narra la storia della piccola Mafalda, una ragazzina ipovedente che tenta di farsi strada nel mondo trovando modi alternativi per continuare a vivere come i suoi coetanei.
«La distanza tra me e il ciliegio” è la mia storia vissuta da una bambina di nove anni – racconta Paola Peretti – Mafalda, nell’ultimo libro, si ritrova tredicenne e al buio. Questi due libri sono legati dal tema della perdita della vista e dall’amore della protagonista per i libri e il ciliegio su cui si arrampicava quando vedeva ancora».
L’ultimo libro della Peretti, “Io, Filippo e l’albero di ciliegie“, parla della vita da adolescente cieca di Mafalda. Si ritrova ad affrontare le difficoltà delle amicizie scolastiche, il suo rapporto con l’amico Filippo, forse mutato in amore, e la situazione oscura del padre, caduto in una profonda depressione dopo la perdita del lavoro. “Io, Filippo e l’albero di ciliegie” non è un romanzo sulla disabilità, ma un romanzo sulla vita. Sulla sua bellezza, sugli ostacoli che continua a proporci e di come sia importante trovare la via per superarli per poter crescere e trasformarsi.
Martina Scrimali, tirocinante Univeronanews