La sclerosi multipla, Sm, è una malattia autoimmunitaria che colpisce il sistema nervoso centrale. È la più frequente causa di invalidità nel giovane adulto dopo gli incidenti stradali. La malattia è caratterizzata da disturbi neurologici acuti, ricadute, che possono colpire la vista, la mobilità, la sensibilità, l’equilibrio, intervallati da fasi anche molto lunghe di apparente silenzio clinico e benessere, dette fasi di remissione. A differenza di quello che si pensava in passato, tuttavia, le ultime ricerche hanno evidenziato come la Sm sia spesso attiva anche nelle fasi di remissione causando una progressione della disabilità che viene per questo definita indipendente dalle ricadute, in inglese Pira, “Progression Independent of Relapse Activity”.
La Pira è temibile proprio perché apparentemente silente: viene infatti considerata espressione della componente smoldering della malattia, dall’inglese “fumante” proprio per la sua affinità con la brace che cova sotto la cenere. In questa fase, infatti, il danno a carico delle fibre nervose e dei neuroni stessi è molto lento e, almeno inizialmente, reso quasi impercettibile dai meccanismi di compenso del sistema nervoso centrale. Solo dopo anni di attività smoldering quando i meccanismi di compenso cominciano a vacillare, iniziano i primi segni della disabilità fisica e cognitiva che risulta a questo punto ormai irreversibile.
Conoscere le basi patogenetiche della Pira e i possibili biomarcatori capaci di prevederne lo sviluppo è, quindi, cruciale al fine di identificarla precocemente e consentirne quindi un efficace trattamento prima che il danno neurologico diventi irreversibile.
Massimiliano Calabrese, docente di Neurologia e direttore del “Centro regionale ad alta specializzazione per la Sclerosi multipla” di Verona e la sua équipe hanno coordinato il lavoro di oltre 20 centri europei all’avanguardia in questo settore, lavoro avviato con un congresso internazionale sull’argomento tenutosi a Venezia nel 2022.
Lo studio è stato pubblicato sugli Annals of Neurology una delle più prestigiose riviste scientifiche del pianeta e rappresenta, oggi, un riferimento, a livello internazionale, per la comprensione ed il trattamento della Pira nella Sclerosi multipla.
“Il nostro scopo – spiega il professor Calabrese – era quello di riunire i massimi esperti di Sclerosi multipla a livello internazionale per definire le basi neuropatologiche, immunologiche e radiologiche della Pira e creare una sorta di manuale allo stato dell’arte che costituisse la base scientifica su cui tracciare le future linee di ricerca e le possibili applicazioni cliniche”.
Il “Centro Regionale ad alta specializzazione per la Sclerosi multipla” di Verona opera all’interno del dipartimento di Neuroscienze Biomedicina e Movimento dell’ateneo scaligero diretto da Corrado Barbui, docente di Psichiatria e della Neurologia B dell’Azienda Ospedaliera Integrata diretta da Michele Tinazzi, docente di Neurologia. Il Centro scaligero ha in cura oltre 2000 pazienti affetti da Sclerosi multipla, è coinvolto in numerosi studi clinici internazionali sui più avanzati farmaci oggi disponibili ed è autore di oltre 250 pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali.
Roberta Dini