È stato presentato questa mattina, mercoledì 25 settembre, nella sala Barbieri di Palazzo Giuliari, l‘accordo quadro per le pari opportunità di studio e formazione alle persone detenute nella casa Circondariale di Montorio o in regime di limitazione della libertà individuale nella provincia di Verona. Sono intervenuti il magnifico rettore Pier Francesco Nocini, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Triveneto Rosella Santoro, la direttrice della Casa circondariale di Verona Francesca Gioieni e l’assessora comunale a Sicurezza, legalità e trasparenza Stefania Zivelonghi.
L’iniziativa coinvolge un’ampia rete di attori a vario titolo impegnati nella promozione del benessere e del recupero sociale delle persone sottoposte a provvedimenti giudiziari restrittivi: il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Triveneto, il Centro per la Giustizia minorile del Veneto, FVG e per le province autonome di Trento e Bolzano, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, il Comune di Verona e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, il Tribunale di sorveglianza di Venezia, l’Ufficio di sorveglianza di Verona e l’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Verona.
“Grazie a questa sinergia – ha spiegato il magnifico rettore Pier Francesco Nocini – potremo inserire in percorsi di studio universitari il maggior numero possibile di persone sottoposte a provvedimenti giudiziari restrittivi. Un obiettivo che ci prefiggiamo di raggiungere in tempi stretti. Lo faremo in rete, implementando nuove modalità di accesso ai percorsi formativi online, attraverso piattaforme dedicate per la formazione a distanza. Ma lo faremo soprattutto portando, per la prima volta, l’Università di Verona e i suoi servizi all’interno della Casa circondariale di Montorio grazie, per esempio, alla presenza di tutor e referenti amministrativi. Massima attenzione sarà rivolta ai contenuti con la proposta, tra gli altri, di percorsi di formazione professionalizzanti che sappiano rispondere alle esigenze di detenute e detenuti. Proporremo, quindi, a queste studentesse e studenti percorsi di studio che partano dai loro bisogni per costruire, insieme, un’offerta formativa modulare, flessibile e un’esperienza di studio gratificante volta a promuovere il loro benessere e recupero sociale”.
Per questo motivo è stato di recente nominato il professor Ivan Salvadori, docente di Diritto penale di ateneo, Referente ai rapporti con la Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari. Salvadori opererà sia nell’ambito dell’Accordo quadro che per creare nuove reti tra le università che si dedicano alla formazione nelle case di detenzione.
“L’accordo quadro sottoscritto tra Università, istituzioni carcerarie e Comune – ha spiegato l’assessora Stefania Zivelonghi – formalizza lo studio, oltre ad essere un diritto, è per le persone private della libertà, un potente strumento di crescita personale e, in chiave di comunità, di riabilitazione. Lavorare per questo è un dovere di quanti hanno, per ruolo e sensibilità, la possibilità di farlo. Essere una pluralità di soggetti istituzionali impegnati in questo corrisponde allo spirito con cui l’amministrazione Tommasi ha istituito e periodicamente convocato i tavoli tecnici per la casa circondariale di Montorio”.
Con questo documento condiviso l’ateneo e le istituzioni firmatarie si impegnano a collaborare per agevolare i percorsi di formazione e studio delle persone detenute nella Casa circondariale di Montorio o in condizione di limitazione della libertà individuale nel territorio veronese, ma anche a promuovere iniziative di cittadinanza attiva, responsabile e solidale. La nuova sinergia consentirà, inoltre, di sviluppare attività di studio e ricerca scientifica sui temi connessi alla privazione della libertà e alla legalità.
Roberta Dini