In occasione della Settimana d’azione contro il razzismo, giovedì 20 marzo si è tenuta una speciale visita guidata della mostra “Guarda te” con le testimonianze dei protagonisti del progetto, nell’atrio del polo Zanotto, che ospita la mostra fino al 3 aprile. Il progetto che valorizza le differenze, le storie e le speranze quotidiane di 22 persone straniere residenti a Verona è stato realizzato dalla Fondazione San Zeno con gli scatti del fotografo Tiziano Zatachetto, in arte Zatac, ed è promosso dalla Cooperazione allo sviluppo internazionale dell’università di Verona, in collaborazione con il gruppo Radici dei Diritti e la Fondazione San Zeno.
“Questa mostra è stata accolta dalla Commissione della Cooperazione allo sviluppo internazionale dell’ateneo per dare risalto a una delle tante visioni del mondo possibili anche attraverso la fotografia, ricordando che una delle linee strategiche dell’università di Verona è proprio l’accoglienza e lo sguardo verso una città ricca di tanti visi, tanti volti, tante cose”, ha spiegato Emanuela Gamberoni, referente del rettore alla Cooperazione allo sviluppo internazionale. “Questo evento si inserisce nella settimana contro la discriminazione razziale con la volontà di far vedere una città veramente attiva sul piano dell’accoglienza, dell’intercultura e di un mondo che vorremmo più in pace. Oggi, inoltre celebriamo “la giornata delle Università Svelate”, un’iniziativa promossa dalla Crui che vuole spingere le università ad aprirsi al territorio, ecco perché anche questo è un evento aperto a tutte e a tutti alla città”.
“Per raccogliere queste storie, come potete vedere nei pannelli, abbiamo giocato molto su dei particolari da svelare, non si vedono solo gli occhi, ma anche le schiene. Se guardate le immagini di fronte, percepite uno scenario e un racconto legato al passato, se invece le osservate da dietro, vedete la prospettiva del futuro, dei sogni e delle opportunità”, ha illustrato Alessandro Fainello della Fondazione San Zeno.
Due ex studentesse dell’ateneo scaligero, provenienti dalla Romania e dal Brasile, hanno poi raccontato come l’università di Verona sia stata fondamentale per la loro crescita personale e professionale, nonché per la loro integrazione nel territorio. “Per me l’università è stata fondamentale in tutto il mio percorso lavorativo, sociale e personale, e per questo le sono grata”, ha dichiarato Johanna, una delle due studentesse, arrivata a Verona a 19 anni.
“Le fotografie sono in bianco e nero affinché gli occhi, specchio dell’anima, emergano con maggiore intensità. Se i soggetti appaiono sfocati è perché nessuno di noi è perfetto, e la fotografia deve rappresentare anche quel lato che spesso non conosciamo”, ha spiegato Zatac.
Inoltre, Alejandro Giorgetti, docente di Biochimica del dipartimento di Biotecnologie dell’università scaligera e uno dei protagonisti del progetto, ha evidenziato il lavoro svolto dall’ateneo: “Negli anni, l’università si è impegnata nell’accoglienza di studenti internazionali, offrendo opportunità a giovani che nei loro Paesi affrontano grandi difficoltà”. A ribadire l’impegno dell’università in questo contesto sono stati Nidhi e Apollo, due studenti provenienti dalla Somalia e dal Sud Sudan, vincitori della borsa di studio ‘Unicore’, in partnership con l’Unhcr. “Prima di arrivare a Verona mi ero preparato al peggio, ma da quando sono qui ho sentito il supporto dei miei coordinatori e dei miei colleghi. È stato straordinario e mi ha aiutato ad adattarmi facilmente”, ha raccontato Apollo.