Orientamento, formazione, ricerca e benessere. Queste le parole chiave della dodicesima edizione di Run for Science, iniziativa dell’università che ritorna a Verona dall’11 al 12 aprile.
L’evento è focalizzato sui benefici dell’esercizio fisico e lo sport nelle persone con esperienza di malattia oncologica. Dai dati raccolti a seguito della Run for science 2024, infatti, è emerso che una corsa di almeno 5 chilometri mostra effetti di rallentamento della proliferazione delle cellule tumorali, in particolare per quanto riguarda il tumore alla prostata, mentre quest’anno si valuteranno gli effetti sul tumore alla mammella.
Il programma è stato presentato venerdì 11 aprile, al Palazzetto Gavagnin Nocini di Scienze motorie, da Diego Begalli, prorettore di ateneo, Federico Schena delegato del rettore alla Didattica e allo Sport, Michele Milella direttore del dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione e della Sezione di Oncologia medica, i docenti dell’università di Verona Cantor Tarperi e Sara Pilotto, la consigliera comunale e oncologa Annamaria Molino e Sara Agostini, dirigente scolastica dell’istituto Copernico-Pasoli. Presenti anche circa 200 tra studentesse e studenti degli istituti superiori di Verona e provincia.
Run for Science negli anni ha creato una rete di istituzioni universitarie e associazioni, ottenendo un ottimo numero di risultati scientifici con ricerche pubblicate su importanti riviste nazionali ed internazionali e riuscendo a coinvolgere circa 3000 partecipanti in oltre 10 anni.
Le due giornate si articolano su un doppio binario, da una parte la ricerca scientifica, con in particolare la giornata di sabato, dedicata alla vera e propria Run, che prevede prove di valutazione funzionale da realizzarsi in condizioni di riposo e dopo l’attività fisica. Dall’altra parte le attività di didattica e orientamento, rivolte a studentesse e studenti delle classi 4° e 5°, che potranno fare, nelle mattinate di venerdì e sabato, un tour nei laboratori, per provare ad applicare anche tramite semplici esperimenti le nozioni apprese in classe sui temi della fisica, biologia, matematica, anche in ottica di futura scelta del percorso universitario.
Ricerca. Sabato 12, a partire dalle 9 al palazzetto Gavagnin Nocini di Verona, le e i partecipanti di Run for Science si impegneranno in una corsa per la ricerca di 5, 10 o 21 km intorno alle strutture universitarie di Borgo Venezia. All’interno del palazzetto verrà allestito un village “Sport, ricerca, scienza” con stand di valutazione della condizione fisica. Attraverso un approccio fortemente multidisciplinare verrà raccolta una grande quantità di dati scientifici da applicarsi al tema della ricerca su sport e malattia oncologica. Parteciperanno all’iniziativa sia persone sane, sia persone affette da malattia oncologica. Tra di loro oltre 20 pazienti oncologici, che vengono seguiti durante tutto l’anno, grazie a un programma di attività fisica promosso in modo congiunto dai dipartimenti di Neuroscienze, biomedicina e movimento e Ingegneria per la medicina di innovazione.
Orientamento. Parallelamente, venerdì 11, dalle 9 alle 13.30 e sabato 12 dalle 9 alle 13.30, si svolgeranno attività rivolte alle studentesse e agli studenti delle classi 4° e 5° delle scuole secondarie di secondo grado, i quali potranno confrontarsi con le tecniche di ricerca applicate alle Scienze dello Sport. Ragazze e ragazzi verranno coinvolti in lezioni teoriche e attività pratiche, sotto la guida di studentesse e studenti iscritti a Scienze motorie che li guideranno in questo tour alla scoperta di nuove informazioni utili alla comprensione e alla valutazione della pratica motoria e sportiva, anche in relazione alla scelta del futuro percorso universitario, una sorta di open day in laboratori creati ad hoc per loro.
“Run for Science, infatti, è l’esempio concreto di come la ricerca possa essere indirizzata anche verso ambiti di frontiera e di innovazione terapeutica con un approccio multidisciplinare che spazia dalle scienze motorie, all’ambito medico e a quello umanistico”, ha spiegato Diego Begalli. “Anche la formazione riveste un ruolo chiave nell’evento. Lo dimostra il coinvolgimento di quasi 200 tra ragazze e ragazzi delle scuole superiori di Verona che oggi sono presenti e che parteciperanno attivamente al progetto collaborando con i colleghi universitari. Un’occasione eccezionale per mettersi in gioco e vivere un’esperienza formativa e personale importante”.
“Run for Science rappresenta un chiaro esempio di come sia cambiato l’approccio in oncologia – e nella medicina in generale – negli ultimi vent’anni: oggi si guarda sempre più alla persona nella sua interezza, piuttosto che concentrarsi solo sulla malattia”, ha dichiarato Michele Milella. “Un elemento fondamentale di questa trasformazione è la nuova visione del concetto di salute, non più semplice assenza di patologie, ma uno stato complessivo di benessere fisico, mentale e spirituale, che va coltivato attivamente. In tale contesto, diventa essenziale promuovere l’attività fisica e uno stile di vita sano, specialmente per coloro che convivono con patologie croniche come il cancro. Affrontare queste condizioni da più prospettive e con approcci integrati permette di migliorare significativamente il benessere della persona. Studiare e capire i meccanismi molecolari attraverso i quali l’esercizio fisico può allontanarci del rischio di patologie tumorali può metterci in mano gli strumenti per la prevenzione del futuro”.
“In questi ultimi anni la ricerca di Run for science si sta focalizzando sulla raccolta di dati, che troveranno pubblicazione su riviste scientifiche internazionali, per quanto riguarda la correlazione tra attività fisica e malattie oncologiche”, ha spiegato Federico Schena, “studiando i benefici della corsa e della camminata veloce sulla prevenzione terziaria nel trattamento delle malattie oncologiche. La parte rivolta alle e ai giovani, invece, è pensata come un’esperienza di formazione diretta ed efficace per prendere coscienza delle fondamentali competenze pratiche incentrate sull’operatività di un laboratorio di locomozione”.
“Run for Science rappresenta una consolidata realtà scientifica capace negli anni di studiare in modo multidisciplinare e integrato i correlati tra sport e salute”, ha proseguito Tarperi, “la corsa come modello di esercizio fisico si è dimostrata efficace nel prevenire e migliorare il decorso di diverse condizioni patologiche come diabete, cardiopatie e, il tema 2025, la malattia oncologica. Quest’anno il grande laboratorio di Run for Science sarà anche utile a centinaia di studentesse e studenti della scuola secondaria di secondo grado per approfondire argomenti di fisica, matematica, biologia applicati alla misura dell’esercizio fisico. Sarà questa per loro un’ottima occasione per orientarsi al meglio alla futura formazione universitaria”.
“L’esercizio fisico gioca un ruolo fondamentale anche nell’ambito di prevenzione terziaria, ossia in chi ha o ha avuto una malattia importante”, ha concluso Pilotto. “In particolare, nel contesto delle patologie oncologiche, i pazienti che sono fisicamente attivi dopo la diagnosi hanno un minor rischio di recidiva e mortalità, ma quali siano i meccanismi che giustificano tale beneficio è ancora in fase di studio. A tal proposito, i dati raccolti durante l’edizione 2024 di R4S ci hanno permesso di dimostrare, con un progetto in collaborazione con l’università di Urbino, che le sostanze rilasciate in circolo dopo una corsa di 5 o 10 km riducono la crescita di cellule di tumore della prostata in modelli in vitro. Grazie alla partecipazione di runners donne quest’anno proveremo a replicare tale evidenza in modelli cellulari di tumore della mammella”.
Tra gli enti coinvolti ci sono Comune di Verona, Esu e Cus di Verona, l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, il Centro Maratona e la Società italiana delle scienze motorie e sportive.
Partecipano al progetto “Run for Science” l’università di Verona, l’università degli studi di Milano, l’università di Brescia, l’università degli studi di Roma “Foro italico”, l’università di Urbino e l’università degli studi di Torino. Coinvolte anche l’Université Bourgogne Franche-Comté (Francia), l’University of Technology di Sydney (Australia), University of Kent (Regno Unito), University of Jyvaskyla (Finlandia), Western University (Canada).
Elisa Innocenti