In occasione dell’incontro “Santa Marta. Restituzione urbana e recupero architettonico” è stato presentato il recupero del Silos di Ponente dell’ex caserma di Santa Marta. L'intervento al Silos di Ponente è il primo importante passo che porterà al restauro dell’intero compendio monumentale.
Gli interventi di restauro spiegati dagli addetti ai lavori. La presentazione, che si è tenuta nell’aula Spe del Silos di Ponente dell’università di Verona, è stata promosso dalla rivista «architettiverona» edita dall’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Verona. All'introduzione ad opera di Arnaldo Toffali, presidente dell’Ordine, è seguito l’intervento di Marino Folin e Massimo Carmassi, dell’istituto universitario di architettura di Venezia e di Mario Spinelli, dell’istituto professionale Italia. La presentazione è stata affidata al coordinatore del gruppo di progettazione Marino Folin, che ha chiarito le problematiche legate al delicato rapporto tra università e città nel caso esemplare di Verona. Massimo Carmassi, consulente scientifico per il progetto architettonico, ha affrontato l’intervento, dal restauro all’architettura, anche attraverso la presentazione di altri progetti testimoni della propria esperienza nel campo del restauro e recupero architettonico. Mario Spinelli, direttore dei lavori degli interventi di recupero del silos e del panificio, quest’ultimo ancora in corso, ha parlato della metodologia di intervento per il restauro conservativo del manufatto e per l’inserimento delle nuove funzioni previste dall’uso didattico.
Non solo "Economia". Il progetto è stato commissionato dall’Università di Verona a Iuav Studi e Progetti s.r.l. e a Massimo Carmassi per il recupero della caserma di Santa Marta quale sede della facoltà di Economia, all’interno di un più vasto progetto volto alla creazione di un campus universitario comprendente anche l’area della caserma Passalacqua. Il lavoro di Carmassi ha affrontato il nodo della collocazione di un progetto contemporaneo, che interviene su uno straordinario contenitore entro il quartiere di Veronetta. È attraverso questo tipo di progetti che la città, recuperando la vasta area a ridosso delle mura rinascimentali, potrà riappropriarsi di una vasta e articolata spazialità che ricompone nel contemporaneo le tracce della sua natura profonda.
Un patrimonio ignorato troppo a lungo. L’ambito dell’ ex caserma di Santa Marta ha costituito, per quasi un secolo e mezzo, una sorta di “città proibita” all’interno delle mura magistrali veronesi, nascosta nella sua grandiosità monumentale e nella sua autarchia urbana alla maggioranza dei cittadini. Questo enorme patrimonio è stato ora messo a disposizione della città e costituirà per Verona un’opportunità strategica di valorizzazione storica, architettonica ed urbana, che è iniziata proprio con il recupero di uno dei due silos.