Come promuovere e migliorare la mobilità ciclistica nelle regioni? Si è parlato di questo durante il convegno “Cosa fanno le Regioni per la mobilità ciclistica – Verso una rete di Uffici regionali per la mobilità ciclistica” che si è tenuto il 7 novembre al polo Zanotto. L’evento è stato organizzato dalla Commissione per l’educazione ambientale e il risparmio energetico, dal Gruppo di lavoro per la mobilità sostenibile del dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento d’ateneo e Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta.
“Parlare di mobilità ciclistica – ha spiegato Paolo Gandolfi, deputato e coordinatore del gruppo interparlamentare Amici della bicicletta, tra i relatori dell'incontro – è importante per creare una normativa che sia comune a tutte le regioni e che permetta lo sviluppo di un settore economico importante. Il nostro Paese ha grandi potenzialità cicloturistiche non ancora sviluppate. È importante, a livello di istituzioni, iniziare a pensare a un piano che permetta di coinvolgere aree economiche diverse in un progetto di sviluppo turistico. Da Nord a Sud si cercherà di unificare la normativa tenendo però a mente le diversità e le esigenze di ogni regione in modo da promuovere la costruzione di una rete ciclabile che valorizzi le potenzialità di tutti i territori. La rete nazionale si inserirà poi in Eurovelo, la rete ciclabile europea. Non dimentichiamoci però del ciclismo urbano: le piste ciclabili cittadine vanno pensate come un servizio per l’intera popolazione, dall’anziano al bambino, e, per questo, è necessario creare una pianificazione integrata del traffico cittadino”.
Dello stesso avviso Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab, che ha sottolineato come “parlare di mobilità ciclistica pensando solo alle piste ciclabili non ha più senso. Bisogna, oggi, considerare altri fattori, come il traffico automobilistico, e integrarli in un piano per la mobilità cittadina. C’è quindi bisogno di nuovi professionisti capaci di coinvolgere tutti i soggetti della viabilità per fare in modo di creare un piano integrato che cambi le città”.
“Il corso di perfezionamento e aggiornamento professionale in Promotore di mobilità ciclistica – spiega Federico Schena, docente di Metodi e didattiche delle attività sportive – è importante perché l’università deve educare alla sostenibilità e formare nuove professioni capaci di sviluppare una dimensione economica importante come quella della bicicletta. La mattinata di oggi è la conclusione di un percorso accademico qualificato, ma è anche un momento con il quale provochiamo il sistema di gestione territoriale e gli enti che governano il territorio su questa tematica”.
Marco Passigato, coordinatore tecnico e didattico del corso, ha poi presentato i risultati del questionario Fiab sulle attività, sulle eccellenze e sulle buone pratiche delle Regioni per la mobilità ciclistica. A chiudere il convegno l'intervento di Diego Zardini, deputato veronese che ha promosso in Parlamento l’infortunio in itinere.
07.11.2014