Fausto Pajar, giornalista bellunese de Il Gazzettino, ha presentato all’interno del ciclo di incontri con l’autore "Io scrivo, tu mi leggi"
organizzati dalla biblioteca Frinzi, il saggio storico-antropologico "Santi montanari” (Biblioteca dell'Immagine Edizione, Pordenone 2008). Moderatrice Maria Fiorenza Coppari, coordinatrice della Comunicazione integrata d’ateneo.
Devozioni popolari, tempre dello spirito, edicole votive e genti delle nostre Alpi. Fausto Pajar ripercorre in poco più di 130 pagine le storie e i luoghi dai quali personaggi legati alla montagna o “escursionisti” dalla grazia divina emersi nella pietas della tradizione non solo religiosa ma popolare.
Pajar stesso nel confrontarsi con le domande del pubblico in sala rilegge e rivede il titolo del suo libro in una chiave meno descrittiva, riduttiva e enfatica: “I santi solo montanari non ci sono o meglio non può esistere una distinzione tra santi montanari, di pianura ecc… – ed aggiunge – le descrizioni proposte nel testo partono dalla constatazione che la montagna, i suoi posti disagiati, le regole di vita aspra nei secoli e oggi ancora hanno alimentato la fede e l’amore totalizzante per Dio” ed i santi.
26 santi montanari non tutti famosi. Sono ventisei i santi raccontati daPajar, alcuni di loro finirono martiri, come San Giorgio, altri nella memoria popolare sono affiancati a qualche animale da Antonio Abate a San Bernardo, patrono degli alpinisti. Altri ancora appartengono alla devozione popolare perché associati a qualche prerogativa benefica, come San Biagio protettore della gola. Forse meno noti San Giustino, patrono dei filosofi, Giovanni Gualberto, patrono delle guardie forestali, Maurizio di Agaune patrono degli alpini.
L’iconografia dei santi montanari. Tradizione alta e bassa viaggiano sullo stesso binario. Nel muoversi in una ricerca dell’immagine caratterizzante l’archetipo di santo montanaro e i motivi della venerazione popolare non è possibile esimersi dal perdersi e lasciarsi affascinare dai paesaggi montani e dalle ritualità e sacralità di una vita, quella dei 26 santi, dedita a ritemprarsi e ritemprare lo spirito tra le quieti e le mortificazioni delle nostre montagne. Vicine e non sempre conosciute.