Venetonight 2011 non è solo tecnologia ed esperimenti scientifici. È anche sensibilità e passione per tematiche e realtà delicate che spesso sfuggono agli occhi della maggioranza, ma che per molti solo il pane quotidiano. Parliamo in questo caso della disabilità intellettiva e di una sfera della vita che difficilmente si immagina accostata a questa condizione: la sessualità. Angelo Lascioli, ricercatore di Educazione speciale alla facoltà di Scienze della formazione dell'università ha voluto approfondire questa tematica con l'aiuto di Matteo Maffesanti, regista del cortometraggio “Cinquanta di questi giorni” e Patrizia Tolot, dottoranda dell'università e vice presidente dell'associazione Down, autismo e disabilità intellettiva di Padova.
Un cortometraggio per arrivare a tutti. La sessualità nella vita delle persone disabili è spesso considerata un tabù. Pochi sono quelli che ne parlano, ancora meno quelli che ammettono un possibile contatto tra queste due dimensioni. Proprio per questo motivo Lascioli ha voluto approfondire questa delicata tematica e per fare in modo che i suoi studi arrivassero a più persone possibili ha scelto di realizzare un cortometraggio. “Ho sviluppato questo tema – ha affermato il ricercatore – sia per i familiari dei disabili sia per gli operatori del settore. Lo scopo della mia ricerca è di tipo culturale e per questo ho dovuto usare un mezzo che arrivasse a tutti. Il cortometraggio, che narra le problematiche della sessualità e dell'affettività in tre situazioni di vita quotidiana, affronta l'argomento in modo provocatorio, vuole essere un modo per risvegliare gli animi”.
Le generazioni disabili sono cambiate. Spesso si sente affermare “Guarda che tenerezza, si danno i bacini come due fidanzatini”, o ancora “Ma cosa vuoi che facciano, sono come due bambini”. “ È pensiero comune vedere i disabili intellettivi come dei bambini immaturi, incapaci di compiere scelte autonome e provare sentimenti veri. A sradicare questa credenza è stata Tolot che ha sottolineato come le generazioni disabili siano cambiate e con loro anche i bisogni che quotidianamente li accompagnano: “La sessualità non è più un tabù e il nostro compito è proprio quello di accompagnarli in questo percorso. A volte sono gli stessi genitori che ci chiedono di aiutare i loro figli a diventare indipendenti anche in questa dimensione così delicata”.