“Reti d’impresa, energia al territorio. Un buon programma vale un buon contratto”. È questo il titolo della giornata di studi dedicata al contratto di rete che si è svolta nell’auditorium della facoltà in via Montanari promossa dalla facoltà di Giurisprudenza, Confindustria Verona, Banco Popolare e UniCredit. Nel corso del pomeriggio sono stati illustrati i risultati della ricerca realizzata tra autunno 2010 e gennaio 2012. L’indagine è stata coordinata da Giovanni Meruzzi, docente di Diritto Commerciale all’ateneo scaligero e condotta da Paolo Butturini, Andrea Caprara e Alessandra Zanardo.
La giornata. Oltre alla presentazione dei risultati scaturiti dalla ricerca e gli interventi istituzionali, Andrea Bianchi, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, Leonello Guidetti, direttore Banca Popolare di Verona e Claudio Aldo Rigo, responsabile di Territorio Nordest di UniCredit, si è parlato di due case history: Sandro Boscaini, presidente di Masi spa, che ha illustrato il progetto delle Famiglie dell’Amarone e Sara Reniero, direttore amministrativo e responsabile della vicentina Green, che è intervenuta sulla rete di imprese per la tutela dei funghi di bosco.
I contratti di rete.Lo strumento dei contratti di rete, nato nel 2009 per facilitare le aggregazioni tra le imprese di piccole e medie dimensioni, ha sortito un’inattesa fortuna nella prassi operativa. Ad oggi sono stati stipulati oltre 300 contratti, tramite i quali più di 1.600 imprese hanno instaurato duraturi rapporti di collaborazione. Lo strumento della rete si è infatti rivelato congeniale all’impresa italiana, come noto caratterizzata da una forte spinta all’autonomia dei singoli imprenditori. Nel contratto di rete questi hanno trovato lo strumento per instaurare tra loro collaborazioni durature senza perdere l’individualità organizzativa e decisionale. Proprio nel saper conciliare la collaborazione tra imprenditori, salvaguardando nel contempo la reciproca autonomia, sta forse l’elemento che ha fatto del contratto di rete un mezzo su cui si sta concentrando l’attenzione degli operatori d’impresa non solo nazionali, ma anche degli altri Paesi europei, che guardano a tale contratto come a una di quelle peculiarità, tutta italiana, da studiare ed esportare. Alla felice intuizione del legislatore del 2009 hanno fatto seguito, nel corso del 2010, ben due riscritture della disciplina, finalizzate a meglio definirne i contorni operativi. Malgrado ciò si può affermare che, ad oggi, il tema delle reti di imprese è ben lungi dal dirsi risolto, e che ulteriori affinamenti normativi dovranno intervenire in materia, anche alla luce dei problemi e delle peculiarità evidenziate dalla prassi operativa.
La ricerca. Proprio alla prassi operativa, ed ai suoi riflessi sul concreto funzionamento delle reti di imprese, è stata dedicata la ricerca svolta dalla cattedra di Diritto Commerciale dell’Università di Verona, Confindustria Verona, Banco Popolare e UniCredit, finanziata con i Fondi Sociali Europei della Regione Veneto. L’obiettivo della ricerca è consistito in un approccio del tutto innovativo al tema, che parte dalla prassi operativa dei contratti che Confindustria Verona ha maturato nel tempo grazie al supporto offerto alla sottoscrizione di ben 7 contratti di rete. “Con la collaborazione del sistema confindustriale – spiega il gruppo di ricerca – si sono analizzate sul campo, vedendo come in concreto le imprese aderenti alle reti hanno risolto i loro problemi operativi, le problematiche contrattuali che sorgono nell’utilizzo di tale strumento. Oltre a ciò, e grazie alla collaborazione di due tra i più importanti istituti bancari operanti sul territorio, la ricerca ha analizzato i profili connessi ai rapporti tra reti ed enti creditizi, dal tema del rating delle imprese in rete fino all’analisi della struttura ottimale che deve assumere il rapporto di rete per poter consentire alle imprese partecipanti un miglior accesso al credito”. Proprio con tale finalità la ricerca si è concentrata sulla definizione di una serie di clausole contrattuali condivise, cui hanno contribuito tutti i partecipanti.