Raccontare la Grande Guerra attraverso la storia di un giovane soldato, uno di “quelli delle trincee” uno dei milioni di giovani portati a uccidere altri giovani. Si chiama Johnny ed è il protagonista dello spettacolo teatrale del regista Sergio Ferrentino, che martedì 24 marzo andrà in scena al Teatro Camploy. Interpretato da Marco Baliani, “E Johnny prese il fucile” è una rivisitazione dell’omonimo romanzo di Dalton Trumbo.
In scena anche Roberto Recchia ed Eleni Molos di Fonderia Mercury su musiche originali di Gianluigi Carlone. L'evento è inserito nel cartellone “Centenario della Grande Guerra” organizzato dall’università di Verona in collaborazione con il Comune, l’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, la Società letteraria e Steinway society.
Il regista ha strutturato una rappresentazione fuori dagli schemi. Lo spettacolo è fondato su tre livelli recitativi: pensare, sognare e ricordare. Dal punto di vista teatrale si può intuire un monologo doloroso, ma dal punto di vista radiofonico entrano nel campo acustico i suoni, gli effetti e i tre livelli di recitazione su cui è impostato tutto l’adattamento. Alla voce, infatti, si affianca la tecnica “olofonica” che si dedica a sottolineare, alimentare e amplificare gli effetti e i suoni che narrano insieme alla parola e alle musiche originali, rendendo quasi obbligatorio l’uso delle cuffie per l’ascolto dell’audiodramma.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Sarà necessario arrivare in teatro entro le 20.30 per il ritiro delle radio cuffie.
Ascolta l'intervista di Fan al regista Ferrentino
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18.03.2015