“#humansfirst: la sostenibilità integrata per il bene comune” era il titolo del convegno di sabato 21 ottobre al Polo Santa Marta, un’occasione speciale per oltre 400 studenti e studentesse di sette istituti superiori di Verona e provincia per un primo contatto con il mondo universitario e, in tale contesto, poter conoscere temi e pratiche dell’economia sostenibile.
L’appuntamento, coorganizzato da Mag Verona, Commissione diocesana Nuovi stili di vita, Movimento del bene comune, dipartimento di Economia aziendale dell’università di Verona e Comune di Verona, rientra nel progetto “Cooperiamo per l’economia del buon vivere comune” di Mag Verona, finanziato dalla Regione Veneto e sostenuto con un contributo di Fondazione Cattolica, che ha per obiettivo il rafforzamento di un ecosistema di economia sociale capace di coinvolgere il territorio. Seguiranno altri workshop nel corso dell’anno scolastico fino a settembre 2018. “L’economia non è sinonimo di produrre denaro, bensì ha pieno significato se si occupa dei bisogni di uomini e donne – spiega Paolo Dagazzini, coordinatore del progetto – non è competizione, ma collaborazione, relazioni, scambi di aiuto e competenze. Proporre ai giovani questa visione significa fertilizzare un ecosistema e farli riflettere sul bene che si può generare, se si lavora in relazione con i territori e le comunità”.
All’evento hanno partecipato studenti degli istituti Calabrese Levi, Copernico Pasoli, Seghetti, Stimate, Marco Polo, Galilei e Maffei. Dopo i saluti di Rosalba Granuzzo, preside del Marco Polo, Mauro Pavoni del Seghetti, Paolo Dagazzini di Mag Verona, Luca Zarri, docente di Economia del settore non-profit, ed Emanuela Gamberoni, docente di Geografia sociale, la tavola rotonda si è aperta con l’intervento di Giorgio Mion, docente di Economia aziendale, che ha sottolineato quanto un consumatore informato e responsabile, che non nasconda la testa sotto la sabbia come uno struzzo, possa incidere sull’economia reale e sul territorio a partire dal proprio stile di vita. Un richiamo a quali domande porsi prima di acquistare è stato evidenziato anche da Laura Cremonesi, consigliera del Gruppo giovani di Confindustria, che ha sollecitato la platea a compiere piccole costanti scelte a favore dell’ambiente e del consumo responsabile delle risorse. “Chi produce si chiede quale sarà il consumatore di domani, – ha affermato Cremonesi – per questo è importante che voi decidiate che cosa volete acquistare, così da dare un segnale forte alle aziende”.
Riccardo Sartori, psicologo del lavoro e docente del dipartimento di Scienze umane all’università di Verona, ha quindi riflettuto sulla reciprocità come dinamica di cura. «In ogni ambiente, anche in quello scolastico e in quello aziendale, si può sperimentare una convivenza che soddisfa i bisogni reciproci. Mettere al centro il benessere umano fa bene a tutti». Andrea Salvetti, docente e counselor dell’associazione Opados, ha aiutato gli studenti tramite scritti di loro coetanei a riconoscere criticità e opportunità della scuola e piste d’azione perché quest’ultima divenga strumento di sostenibilità sociale.
Di consumo di suolo e di energia ha parlato l’architetta Federica Pascolutti, che ha ricordato quanto ormai si stia vivendo a debito di risorse naturali. “Diventare autonomi sul fronte energetico è un passo obbligato, a partire dalle case che abitiamo – ha affermato Pascolutti -. Già oggi è possibile non consumare: basta l’energia del sole e un buon isolamento a rendere una casa autosufficiente. Scelte di oggi che possono cambiare le cose». Il richiamo al consumo consapevole è stato il leit motiv di molti interventi, come quello di Dario Beghini, esperto di gestione rifiuti, che ha ricordato quanto non sempre i nostri rifiuti siano recuperabili e quindi possano entrare in un percorso di economia circolare. «Lungo la filiera di produzione si genera il 90% degli scarti. Come consumatori dobbiamo essere più informati, ma occorre anche investire nella progettazione dei beni, affinché comportino meno rifiuti possibile”.
Collegandosi alle condizioni ambientali che fanno della pianura Padana una delle aree più inquinate d’Europa, Loretta Castagna, dell’Ecosportello del Comune di Verona, ha elencato le iniziative messe in campo in questi anni a favore delle energie rinnovabili, come la rete delle ciclovie, il car sharing, il centro di riuso creativo quali strumenti di un cambiamento ormai necessario.
Infine don Martino Signoretto, vicario per la cultura della Diocesi di Verona, ha sottolineato: “Chi si occupa di sostenibilità integrata non fa appello a un’idea di bontà d’animo, ma fa appello a un pensiero profondo, che riguarda la prospettiva con cui opera, per cui riesce a fare scelte di orientamento al di là del loro effetto immediato, perché vede lontano. Oggi vede i semi, ma riesce a immaginare i frutti”.
La giornata è proseguita con una serie di laboratori paralleli in cui alcune imprese hanno presentato il proprio impegno per la sostenibilità: l’incontro degli studenti con Coldiretti, Fairphone, Il Giracose, Ecozema, Alisea, FabLab Verona, I Piosi, Giardinieri sociali, D-Hub, Crowdfunding, 311-Coworking, Re-generation, Banca Etica, Planet viaggi, Omnia impresa sociale, Rotte locali, Commissione nuovi stili di vita e riscatto, è stato quindi coordinato da alcuni counselor, per elaborare nuovi comportamenti e strumenti. Parallelamente un laboratorio ha coinvolto i docenti, per approfondire il ruolo della scuola nell’immaginare percorsi di sostenibilità sociale e ambientale a scuola.
“Nel nostro workshop abbiamo lavorato con una cinquantina di ragazzi tramite un gioco – spiega Francesca Dal Ben, facilitatrice della commissione diocesana Nuovi stili di vita -. Li abbiamo stimolati a capire con quali criteri facciano i loro acquisti di abbigliamento. Il riscontro è stato molto positivo: la questione dello sfruttamento dei lavoratori li ha molto colpiti, come pure si sono posti la domanda se tutto ciò che comprano sia veramente un bisogno. Conoscere realtà locali che producono moda nel rispetto della sostenibilità e del lavoro è stato un altro tassello utile per capire come operare nuove scelte, più etiche”.
“Abbiamo lanciato un messaggio forte, cominciando dal chiedere scusa alle nuove generazioni per come gli abbiamo consegnato il mondo – conclude Katia Bissoli, referente della commissione Nuovi stili di vita e tra gli organizzatori della giornata -. I ragazzi hanno risposto con entusiasmo e hanno capito di avere un peso decisionale forte per orientare il futuro. L’importante è che la rete di adulti, insegnanti, le istituzioni, la scuola, continuino a proporre percorsi alternativi, perché l’economia circolare è una realtà positiva per tutti e propone un futuro migliore e possibile”. “Le scelte che compiamo si fanno in base ai nostri valori – le fa eco Lucia Vesentini, formatrice della commissione Nuovi stili di vita -. In un’epoca in cui imperano slogan come “business first”, scegliamo di rimettere al centro le persone con il nostro “Humansfirst”, una visione di uomo e di futuro che ha a cuore il bene comune”.
Dopo il pranzo con panini forniti dalla cooperativa Il Samaritano, frutta della cooperativa Ca’ Magre, snack della Banda Biscotti del carcere di Verbania e acqua dalle colonnine di Acque Veronesi, i lavori sono proseguiti con una seconda tavola rotonda sul protagonismo degli studenti a scuola tramite forme di autoimprenditoria. Ha aperto i lavori Stefano Furlan di Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, esponendo le politiche sulla sostenibilità del governo italiano, in particolare in relazione alla scuola. Sono state poi presentate le esperienze dell’impresa formativa simulata e della cooperativa scolastica negli interventi di Claudio Pardini, preside dell’istituto Anti di Villafranca, e di Simone Perina della Coop. Hermete, accompagnato da Lisa Ceravolo e dalle socie fondatrici della cooperativa scolastica “Insieme per collaborare” nata tre anni fa all’interno della scuola media di San Pietro Incariano. A chiudere la tavola rotonda l’intervento di Marta Avesani, esperta di sostenibilità e membro del Movimento economia del bene comune, che ha parlato del bilancio del bene comune come possibile strumento di misurazione dei consumi delle scuole, per proporre nuove pratiche di sostenibilità al loro interno.
Infine, i ragazzi si sono divisi per classi con i loro insegnanti cercando di riprendere gli spunti della giornata per formulare un proprio progetto di azione in relazione alla sostenibilità. Nel corso dell’anno le scuole svilupperanno gli spunti e presenteranno i risultati del loro lavoro nel corso di un workshop previsto per maggio 2018.
Nel corso della giornata gli adulti presenti hanno sottoscritto un impegno comune e appello ai ragazzi, in cui, a partire da un’assunzione di responsabilità rispetto a negligenze ed errori del passato che hanno condotto alla grave situazione umana ed ambientale in cui versa oggi il nostro mondo, si impegnano a vivere nuovi stili di vita, di lavoro, di mercato e chiedono ai ragazzi di risvegliare in loro il senso delle cose importanti, della giustizia e del bene comune.