Per apprezzare pienamente il presente è fondamentale conoscere il passato. Una delle occasioni per scoprire al meglio l’ateneo e la storia che porta alle spalle è la ricorrenza dei trent’anni dall’apertura della biblioteca Arturo Frinzi, che porta il nome di un illustre avvocato, uomo di politica e di cultura che, alla sua morte, lasciò in dono una ingente quantità di volumi. A dare inizio alle celebrazioni, martedì 14 novembre, è stata l’inaugurazione della mostra fotografica “TRENTA: biblioteca Frinzi 1987 – 2017”, che resterà accessibile tutti i giorni dalle 8.15 alle 23.45, fino al 16 gennaio.
La mostra, situata al primo piano dell’edificio, è curata da Alessia Parolotto e, alle fotografie in bianco e nero di Ardigò Giomarelli e Vittorio Rossi, si affianca una breve storia dell’edificio, una descrizione degli interventi di restauro e delle testimonianze video. Ottimo il riscontro di presenze all’evento, durante il quale ha preso parola il rettore Nicola Sartor, soffermatosi sugli avvenimenti storici susseguitesi nel tempo, sino ad arrivare alla centralità del ruolo che attualmente ricopre la biblioteca, centro nevralgico universitario, luogo di studio frequentato da centinaia di studenti ogni giorno, con un catalogo bibliografico importate, a disposizione di tutta la cittadinanza.
Ad oggi la “Frinzi”, nata come chiesa dedicata a San Francesco di Paola e demaniata nel 1806 per divenire arsenale militare francese, poi austriaco, infine italiano e prima caserma nel veronese a ribellarsi alle truppe nazifasciste nel 1943, si presenta come una struttura cinquecentesca imponente e magnifica, nella quale antico e moderno si coniugano perfettamente. Un luogo in grado di emanare ancora molto fascino, al quale, per utilizzare le parole di Daniela Brunelli, direttrice della biblioteca, “non può restare indifferente chi varca la soglia per la prima volta”.
Durante l’incontro inaugurale non sono mancati momenti emozionanti, grazie alla presenza di chi, in tempi differenti, è stato protagonista della sua storia, dal primo direttore della biblioteca, Giancarlo Volpato, all’architetto Luigi Calcagni, dello studio Arteco, e l’ingegner Pierluigi Ongarelli, responsabili dell’accurata opera di riqualificazione dell’edificio che ha portato nel 1987 all’apertura della biblioteca; Giuseppe e Vincenzo Piro, esuli di Pola, la cui famiglia, nel 1947, trovò ospitalità tra le mura del chiostro di San Francesco. Presente inoltre Francesca Briani, assessore alla Cultura del comune di Verona e presidente del comitato provinciale ANVGD, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, rappresentante degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Quello che la mostra fotografica mette allo scoperto sono le diverse anime della biblioteca e un valore storico e culturale che non può essere perduto. Per continuare le celebrazioni del trentennale è in preparazione un volume dedicato non solo alla storia dell’edificio ma anche alle zone attigue.
Fotogallery dell’inaugurazione.