Il rapporto fra salute fisica e mentale è una delle priorità future nella gestione della salute per tutta la popolazione, quanto mai cruciale e rilevante. Ed è proprio questo il tema al centro del congresso europeo “Approcci innovativi e integrati per promuovere la salute mentale e fisica” che si terrà dal 27 al 30 giugno al Polo Zanotto . L’evento è promosso dalla “European Association of Psychosomatic Medicine”, una delle più importanti e prestigiose associazioni europee nel settore. Presidente del congresso è Mirella Ruggeri, Professore ordinario di Psichiatria all’università di Verona, direttore della Clinica psichiatrica dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e della Scuola di specializzazione in Psichiatria dell’università di Verona.
Si tratta di un evento di grande rilevanza non solo per la Psichiatria, ma anche per i settori disciplinari della medicina tutta e per la città di Verona. Parteciperanno con letture magistrali, masterclasses, simposi e workshop, oltre 600 professionisti di area medica e psichiatrica, fra cui massimi esperti a livello mondiale provenienti da 45 diverse nazioni del mondo.
Le malattie fisiche e mentali interagiscono reciprocamente. I medici tendono a concentrarsi sui sintomi e sugli organi, sottovalutando l’importanza dei problemi di salute mentale, specialmente quando accompagnano una grave malattia fisica. D’altra parte, gli psichiatri, gli psicologi e, in generale, i professionisti che operano nell’ambito della salute mentale, possono essere altrettanto riluttanti ad affrontare le comorbilità mediche nei loro pazienti.
“Le malattie fisiche e mentali condividono i fattori di rischio comuni con effetti non solo additivi ma anche sinergici” spiega Ruggeri. “La comorbilità è un evento complesso per le sue numerose implicazioni cliniche e socioambientali. Fino al 25% dei pazienti con malattia cronica soffre anche di disturbi mentali, si riscontrano anche tassi più elevati di comorbilità per condizioni specifiche (ad esempio cancro, disturbi neurologici). Il fatto che i medici tendano a concentrarsi sui sintomi e sugli organi è in gran parte legato alla convinzione che i problemi di salute mentale, come semplici corollari della malattia principale, sono destinati a scomparire con il miglioramento della malattia fisica. Dall’altra parte occorre anche un cambio di prospettiva dei professionisti della salute mentale al fine di curare il paziente nel suo complesso”.
“La scarsa attenzione prestata all’interazione tra disturbi fisici e mentali – aggiunge Ruggeri – ha un impatto negativo in termini di costi sanitari e sociali, a causa dell’uso intensivo, eccessivo o inappropriato delle risorse nonché dei costi indiretti come diminuzione della produttività, disabilità e riduzione della qualità della vita. Questi costi sarebbero evitabili con l’implementazione di interventi integrati e innovativi che affrontino efficacemente la complessità bio-psico-sociale”.
Il congresso ha il patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Verona, dell’università di Verona, dell’Aoui, della European psychiatric association, dell’International college of psychosomatic medicine, della Società italiana di psichiatria di consultazione e della Società italiana di medicina psicosomatica.
Ulteriori informazioni e tutti gli aggiornamenti finali sull’intero programma del convegno sono disponibili su: www.eapmverona.2018.com