Le nuove tecnologie sono il motore trainante di molti cambiamenti epocali che caratterizzano la nostra società. Tra questi, l’ibridismo tra macchine intelligenti e lavoro umano nei contesti produttivi. Individuare i limiti giuridici e lavorativi di tale intreccio è stato il focus del convegno “Lavoro e tecnologie”, tenutosi venerdì 22 febbraio nell’aula magna del dipartimento di Scienze giuridiche. Durante l’incontro, Michele Faioli, docente dell’università di Roma Tor Vergata, ha presentato il suo libro “Mansioni e macchina intelligente”.
“L’incontro di oggi è l’inizio di un percorso, portato avanti dal dipartimento di Scienze giuridiche, che indaga l’impatto delle tecnologie in tutte le sue forme – ha spiegato Donata Gottardi, docente di Diritto del lavoro di ateneo – si tratta di un tema che continueremo ad approfondire nei prossimi anni, una riflessione necessaria da fare perché le tecnologie, come la robotica e la digitalizzazione, cambieranno il lavoro di tutti e ne creeranno di nuovi”. Uno dei punti caldi di questo cambiamento è l’incrocio tra tecnologia e mansioni lavorative, con molti aspetti da indagare: come cambia il lavoro dell’uomo nel momento i cui lavora insieme, al di sopra o al di sotto dei robot? “Dobbiamo iniziare ad affrontare seriamente questa tematica importante – prosegue Gottardi – studiando tutte le sue sfaccettature e lavorando con gli scienziati. Il nostro team di ricerca, infatti, lavora in contatto con chi, in ateneo, si occupa di robotica. L’obiettivo è quello di individuare i limiti giuridico-lavorativi, non solo etici, dell’ibridismo che caratterizza i nuovi contesti produttivi. Il fine ultimo è quello di costruire un sistema di valorizzazione e salvaguardia dei diritti dei lavoratori”.