In questo particolare momento storico, a causa pandemia, siamo sempre più connessi alla rete, per svago, ma soprattutto per lavoro, trasmettendo un’enorme quantità di dati sensibili, informazioni che possono, però, essere soggette ad attacchi criminali. Il tema della cybersecurity, ovvero del come difendere da questi attacchi, è stato al centro dell’incontro che si è tenuto mercoledì 21 aprile , promosso dal dipartimento di Informatica d’ateneo, in collaborazione con lo studio legale “4chiacchiere” e con il patrocinio del comune di Verona.
Sono intervenuti Angela Barbaglio, procuratore Capo della Repubblica al Tribunale di Verona, Roberto Giacobazzi, direttore del dipartimento d’Informatica che ha portato anche i saluti del magnifico rettore Pier Francesco Nocini, Mila Dalla Preda, docente di Informatica, Marta Bortolazzi, innovation manager per Speedhub, Digital Innovation Hub di Confindustria Verona, Diego D’Accolti, esperto in materia di cyber security, Athos Cauchioli, presidente Nesq S.r.l. Verona, Carlo Tagliabue, ingegnere informatico, e Paolo Marson, dirigente Nesq S.r.l. Verona. A moderare è stato Giovanni Fiorini, responsabile dell’area Servizi agli studenti dell’ateneo scaligero.
Nel corso del webinar sono stati approfonditi i comportamenti da mettere in atto per non subire attacchi che implicano un accesso non autorizzato o che modificano parte di dati informatici. Alcune proposte per la protezione dei software sono l’offuscamento del codice, algoritmi tamper detection e il water marking. Vista la situazione emergenziale, con aumento di dati trasmessi, è cresciuto anche il numero degli hackeraggi, ma contemporaneamente sempre maggiori imprese hanno investito nell’ambito della sicurezza informatica. “L’Agenzia Europea dei diritti fondamentali sta conducendo un lavoro importante di regolamentazione del fenomeno – ha sottolineato Angela Barbaglio – a tutela dei diritti fondamentali dell’individuo”.