“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” così si esprime il grande fisico, matematico ed astronomo pisano nell’opera teatrale “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht. Laddove occorrono eroi significa infatti che non regnano la libertà di espressione, la giustizia sociale, le pari opportunità per tutti anche, purtroppo, in riferimento alla disabilità. Così oggi ci troviamo a ricordare commossi un eroe suo malgrado, Stefano Piccoli, scomparso a soli 36 anni lo scorso 17 novembre, dopo una lunga e gravosa convivenza con la distrofia muscolare.
Un eroe suo malgrado perché, affrontando con tenace determinazione una vita svantaggiata dall’infermità, ha voluto affermare il diritto a non rinunciare all’impegno per la crescita personale e a supporto della comunità di appartenenza, quando altri nelle stesse condizioni avrebbero gettato la spugna, anche in ragione di un mondo dei “normali” ancora assai poco ricettivo nei confronti della disabilità. Il dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo scaligero non può dimenticare lo studente Stefano Piccoli presente in aula e – a costo di grande fatica – nei laboratori didattici e di ricerca, grazie all’inesauribile dedizione del papà Adriano che lo ha accudito senza mai un attimo di esitazione. Conseguito il diploma di Laurea Triennale in Biotecnologie e quello di Laurea Magistrale in Biotecnologie agro-industriali, con elaborati finali frutto dell’attività svolta presso il Gruppo di Ricerca in Microbiologia ambientale, Stefano si era poi prefisso con entusiasmo di procedere oltre, lungo il percorso formativo fino al dottorato. E così è stato, con il raggiungimento del titolo di Dottore di Ricerca in Biotecnologie molecolari, industriali e ambientali nel 2014, maturato all’interno del Gruppo di Ricerca in Bioinformatica. Sempre curioso e attento, sempre cordiale e appassionato, quasi a voler fugare nelle persone che intorno a lui gravitavano ogni imbarazzo, ma soprattutto nella richiesta di un trattamento senza sconti nella valutazione dei risultati conseguiti, Stefano ha impersonato la generosità di chi riscattando se’ stesso da una grave menomazione, ci ha voluto dimostrare il valore anche terapeutico dell’impegno, vivendo di fatto eroicamente col sorriso – lungi da ogni cenno di autocommiserazione – la sua breve esistenza insieme a noi. Stefano Piccoli, quasi emulo ideale di Stephen Hawking, resterà nella lista dei figli migliori di questo ateneo.
Contributo di Giovanni Vallini