Ricercatrici e ricercatori di tutto il mondo impegnati nella lotta contro il cancro si sono trovati a Verona, il 13 e 14 giugno, nel Palazzo della Gran Guardia, per fare il punto sui risultati e le prospettive del progetto ARGO, Accelerating Research in Genomic Oncology, la seconda fase della lotta al cancro del Consorzio internazionale genoma del cancro, ICGC.
Nato nel 2018 per analizzare, attraverso metodiche condivise, e mettere in rete campioni oncologici di 100.000 pazienti seguiti nel tempo durante la terapia della propria malattia, ARGO riunisce scienziati provenienti dai migliori centri mondiali che si occupano di ricerca contro i tumori. Grazie al loro lavoro e al successo della
mappatura dei genomi dei diversi tipi di tumori condotta dall’ICGC dal 2007 al 2017, oggi sappiamo che ogni cancro è diverso e gran parte dei tumori ha tratto vantaggio dai risultati dell’ICGC con lo sviluppo di nuove terapie mirate a colpire le anomalie genetiche delle neoplasie. La nuova sfida cui gli scienziati sono ora chiamati a rispondere è quella di arrivare a sapere, in anticipo, quali terapie funzioneranno e quali no.
È questo il focus del congresso, una due giorni di condivisione di buone pratiche,
informazioni, risultati di ricerche e studi incentrati sulla fase clinica della lotta al cancro. In particolare, quella della presa in cura per il trattamento dei pazienti per cui non esistono ancora standard terapeutici, poiché colpiti da tumori cosiddetti orfani, che comprendono le neoplasie rare e le forme rare di tumori comuni.
La nuova edizione ha avuto luogo a Verona poiché, nell’ambito dell’ICGC ARGO, l’ateneo scaligero è capofila del progetto Ponte, Profiling Orphan Neoplasms for Treatment Election, Profilazione di neoplasie orfane per la definizione dei trattamenti. A renderlo possibile il lavoro della squadra di Arcnet, centro di ricerca applicata sul cancro, coordinato da Aldo Scarpa, docente di Anatomia Patologica e direttore del Centro, e da Rita Lawlor, direttrice della biobanca. L’obiettivo dello studio è identificare nuove opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da tumori orfani che attualmente non dispongono di possibilità di trattamento standardizzate. Ponte nasce, infatti, per indagare la genetica dei cosiddetti tumori orfani; tumori rari, sottotipi di tessuti rari di tumori comuni e tumori che attualmente non hanno percorsi diagnostici molecolari definiti. Il progetto è coordinato dai docenti, ricercatori e ricercatrici dell’ateneo Michele Milella, Giovanni de Manzoni, Andrea Ruzzenente, Roberto Salvia, Rosalba Giugno, Andrea Mafficini, Claudio Luchini, Riccardo Nocini e Sara Pilotto. “La squadra di Arcnet – spiega Scarpa – prenderà in carico circa 1200 pazienti con queste neoplasie per inserirli in percorsi di cura, grazie all’impiego di terapie sperimentali cliniche, disponibili nelle università e nei centri di ricerca del Consorzio internazionale genoma del cancro, di studi clinici progettati ad hoc o già in uso per altri tumori. Studiando questi tumori saremo in grado di migliorare il trattamento e i risultati delle cure e, nel prossimo futuro, disporremo di nuovi processi diagnostici e terapeutici per tutti i pazienti con queste neoplasie”.
Con 26 programmi in 13 diversi paesi gli scienziati di ICGC ARGO stanno affrontando le questioni di maggior urgenza nell’ambito della terapia delle neoplasie. Per mettere in luce questa attività e permetterne la più rapida diffusione possibile delle informazioni e dei risultati di questi progetti all’interno della comunità medica, è stata stretta un’alleanza con la rivista Lancet Oncology che si è impegnata a pubblicare una rubrica di aggiornamento sui progressi realizzati grazie agli studi condotti nell’ambito dell’ICGC-ARGO. Questi aggiornamenti descrivono i casi più complessi che hanno trovato soluzioni terapeutiche grazie alle analisi del genoma e alla loro discussione nell’ambito di team multidisciplinari.
Il primo articolo “Familial Matters in Pancreatic Cancer” è stato prodotto proprio dal gruppo italiano dell’ateneo e pubblicato nel primo numero della rivista del 2022. Il lavoro descrive il programma di profilazione contenuto nel progetto Ponte.
Nel corso delle due giornate, ampio spazio è stato dedicato al confronto e alla condivisione con i pazienti che saranno parte nelle sezioni di presentazione dei risultati e delle nuove strategie terapeutiche. Da segnalare la tavola rotonda di martedì 14, dalle 10 alle 12, quando la rappresentante delle associazioni dei pazienti, Teodora Kolarova, si confronterà con Ruggero De Maria, presidente di “Alleanza contro il cancro”, l’associazione che riunisce tutti gli istituti di cura e ricerca scientifica sui tumori italiani e con David Collingridge, direttore editoriale della rivista scientifica Lancet Oncology. Grazie a questa iniziativa, ICGC-ARGO ha l’occasione di collaborare con la rivista scientifica nella creazione di una commissione il cui obiettivo sarà quello di creare alcune linee guida, a partire da solide evidenze scientifiche e cliniche, capaci di indirizzare al meglio i sistemi sanitari di tutto il mondo durante l’imminente evoluzione verso la medicina di precisione in oncologia, dove la diagnosi e il trattamento dei tumori sono sempre più guidati dalle caratteristiche molecolari del singolo tumore.
Nella nuova commissione ICGC-ARGO sarà rappresentata dall’oncologa Raffaella Casolino, dottoranda dell’Università di Verona. I membri dell’Ateneo scaligero che ne fanno parte sono Aldo Scarpa e Rita Lawlor. La commissione, che aprirà i suoi lavori proprio durante il convegno di Verona, vede tra gli attori le associazioni dei pazienti e le principali società scientifiche internazionali tra cui l’European Society of Medical Oncology ESMO, ESMO-ASIA, U.S. Food and Drug Administration FDA, IARC International Agency for Research on Cancer, Global Alliance for Genomics and Health GA4GH, European Alliance for Personalized Medicine EAPM, The Medicines and Healthcare products Regulatory Agency MHRA, e molte altre.