Sono 2644 le domande presentate per iscriversi all’università di Verona. Si tratta di giovani di Paesi extra Ue e Ue che si sono candidati per le 50 borse di studio messe a disposizione dall’ateneo scaligero per permettere a studentesse e studenti di immatricolarsi a uno dei 10 corsi di laurea magistrali internazionali.
Le 2644 domande pervenute sono il triplo rispetto a quelle di due anni fa e hanno comportato un consistente lavoro di selezione da parte delle commissioni. Le candidature sono 50 volte tanto quelle messe a bando e sono arrivate da più di 60 Paesi, per lo più Nord Africa, Asia ed est Europa. I vincitori potranno vivere e studiare a Verona per due anni completamente spesati. Soddisfatto il delegato del magnifico rettore all’Internazionalizzazione Felice Gambin “L’università di Verona è attrattiva per gli studenti stranieri, che scelgono di trasferirsi qui da noi, evidentemente perché ritengono la nostra offerta formativa di grande qualità. La loro presenza peraltro ha ricadute sul territorio della città di Verona ma anche sugli altri studenti veronesi e italiani che frequentano in tal modo corsi magistrali con una spiccata vocazione internazionale. Stiamo lavorando nella giusta direzione: un’università aperta al mondo in una città come Verona decisamente internazionale”.
Se interessanti sono le riflessioni che si potranno fare una volta terminate le selezioni, importanti indicazioni si possono trarre sulla provenienza dei candidati e che rivelano come l’università di Verona sia inclusiva e attenta a combinare internazionalizzazione e cooperazione internazionale: moltissime le candidature proveniente dal Pakistan (841) o dall’India (693), forte l’ incremento di quelle afghane (67 rispetto alle 3 dell’anno scorso), significative le 61 dalla Federazione russa (rispetto alle 41 dell’anno precedente) , le 4 dall’Ucraina, le 9 dalla Siria, senza dimenticare le 200 del continente africano, le 14 del Sudamerica, quelle del Giappone, del Vietnam, dell’ Indonesia, della Cina e di Palau, un piccolissimo stato insulare sperduto nell’oceano pacifico occidentale. “L’eterogeneità delle candidature – conclude Gambin- rivela anche i drammi dei paesi nei quali vivono molte studentesse e studenti nel mondo e che verranno a studiare nel nostro ateneo. È l’ennesima sfida alla quale il rettore e l’università di Verona hanno saputo dare una risposta”.