Durante le cinque giornate di “Verona in love” tenutosi tra venerdì 10 e martedì 14 febbraio l’amore in tutte le sue sfaccettature è stato l’assoluto protagonista. Tra i tanti eventi, anche i talk “Dalla formula all’emozione” di sabato 11 e domenica 12, organizzati in collaborazione dell’università di Verona e tenuti da docenti dell’ateneo, che hanno portato l’amore al centro della discussione parlandone attraverso la filosofia, la psicologia, l’archeologia e la letteratura.
Nel primo incontro “È tempo di un altro amore” di sabato 11 Matteo Bonazzi, ricercatore di Filosofia morale, ha sottolineato quanto oggi sia importante ripensare ai modi e alle parole con cui ci approcciamo e viviamo l’amore: “Dobbiamo riprendere i luoghi classici dell’esperienza amorosa, l’amore narcisistico, l’amore per il padre, l’amore per il prossimo, e dargli, grazie a uno sguardo diverso, una veste inedita e innovativa”.
Michela Rimondini, docente di Psicologia clinica è intervenuta nel secondo talk della giornata “Che coss’è l’amor?” che richiama il titolo della canzone di Vinicio Capossela. In questo incontro Rimondini ha affrontato l’amore attraverso una visione psicologica evidenziando alcuni aspetti fondamentali per la costruzione di relazioni amorose sane. Secondo la docente “i concetti di libertà, fiducia e inclusione siano le basi da cui partire e attraverso esemplificazioni tratte dalla pratica clinica ha mostrato la differenza tra quello che è un vero sentimento di amore rispettoso e quella che invece è solo possessione”.
Il ciclo di incontri si è concluso domenica 12 con l’intervento dell’archeologa Patrizia Basso, che ha parlato dell’amore nell’Età romana leggendo e analizzando racconti e opere d’arte. In particolare ha parlato di due grandi storie d’amore di quell’epoca quella fra Augusto e Livia e quella fra Adriano e Antinoo.