Si pubblica il testo della comunicazione diffusa dalla Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane
In questi ultimi giorni il dibattito sull’accesso a Medicina sembra aver avuto un rilancio improvviso. In molti si pronunciano a favore dell’abolizione della programmazione e delle regole condivise a livello europeo per la formazione dei nuovi medici.
“Le università hanno già fatto uno sforzo incredibile per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina – ha detto Salvatore Cuzzocrea, presidente della Crui – così da preservare, in primo luogo, la qualità della formazione di chi domani dovrà occuparsi della salute dei cittadini. In secondo luogo, per garantire validità europea ai titoli italiani. Non bisogna dimenticare che, grazie all’interlocuzione della CRUI e agli interventi economici del governo, un’apertura tarata sulle necessità del sistema sanitario è già in atto: nei prossimi 7 anni i posti cresceranno infatti di 30mila unità.”
“Immaginare un accesso generalizzato – ha concluso Cuzzocrea – significa programmare di fatto un drastico crollo dell’indiscussa qualità dei corsi che in Italia formano medici e chirurghi, e minare il riconoscimento europeo della laurea stessa.”