Il mito del presunto assassinio di Wolfgang Amadeus Mozart da parte di Antonio Salieri è stato al centro dell’incontro “Amadeus: dal teatro al cinema” che si è tenuto il 20 gennaio alla biblioteca Capitolare. Nel corso dell’evento, promosso da Univr e inserito nel cartellone del festival “Mozart a Verona”, il tema è stato affrontato attraverso le rappresentazioni sceniche e cinematografiche che hanno contribuito a costruire questa leggenda.
A guidare il pubblico in questo viaggio tra teatro e cinema, Nicola Pasqualicchio, docente di Discipline dello spettacolo, e Alberto Scandola, docente di Cinema, fotografia e televisione entrambi del dipartimento di Culture e civiltà
È stato proprio il presunto assassinio di Wolfgang Amadeus Mozart per mano del compositore legnaghese Andrea Salieri il fulcro su cui si è sviluppato l’intenso dialogo tra i relatori del secondo incontro del festival dedicato al compositore austriaco. Nello specifico, sono stati affrontati i temi dell’invidia di Salieri e della genialità di Mozart, attraverso un percorso guidato tra teatro e cinema: dall’ “Amadeus” di Peter Shaffer, messo in scena da grandi registi come Peter Hall e Roman Polenski, all’omonimo, e pluripremiato, film diretto da Milos Forman.
«Il festival “Mozart a Verona” ha quest’anno come focus principale quello del rapporto tra Mozart e Salieri e all’interno di quest’ambito non si poteva non parlare dell’“Amadeus” di Shaffer», spiega Nicola Pasqualicchio, uno dei relatori della serata e docente di discipline dello spettacolo dell’università di Verona. L’opera del drammaturgo e sceneggiatore inglese è stata scelta come punto di partenza per la conferenza, proprio per il suo impatto a livello popolare. Infatti, la pièce teatrale e il conseguente film diretto da Forman «hanno contribuito a costruire l’immagine di questo rapporto e dissidio, costruendo l’immagine, artisticamente falsata, di entrambi», giocando un ruolo importante nel rafforzamento della leggenda della malevolenza e invidia di Salieri nei confronti di Mozart.
Il percorso narrativo attraverso le diverse rappresentazioni sceniche del turbolento, e leggendario, rapporto tra Salieri e Mozart ha raggiunto il picco di intensità nell’analisi della genialità del compositore austriaco e della presunta invidia da parte dell’autore veronese. Questo è stato reso possibile partendo dell’adattamento dell’“Amadeus” di Milos Forman, del 1984 che, come racconta Alberto Scandola, l’altro relatore della serata«è abbastanza fedele al testo di Shaffer. La scelta è avvenuta dopo aver visto la versione del dramma allestita da Peter Hall che aveva riportato con precisione le intenzioni del drammaturgo inglese.». Il film, scritto assieme allo stesso Shaffer, si differenzia dalla pièce teatrale per il suo realismo. Infatti, continua Scandola “Non ci sono stilizzazioni, ma c’è la fisicità della scrittura musicale e la presenza di un Mozart molto istrione, e sofferente”.
Il ciclo di conferenze che compongono il festival “Mozart a Verona” proseguirà sabato 1 febbraio con l’incontro conclusivo, nell’aula magna del polo Zanotto, dal titolo “Processo a Salieri”, una lezione-concerto che ripercorrerà la vita del compositore natio di Legnago e le sue controversie legate alla morte di Mozart.