“Equità nell’istruzione. Dalla Scuola secondaria all’università” è il titolo dell’evento organizzato da università di Verona e UniCredit Foundation che si è tenuto questa mattina, presso l’Aula Magna del Silos di Ponente del Polo Santa Marta, per presentare la ricerca accademica “Oltre l’istruzione obbligatoria in Europa”, realizzata su commissione della fondazione stessa.
L’evento, svoltosi alla presenza del magnifico rettore Pier Francesco Nocini e di Andrea Orcel, amministratore delegato del Gruppo UniCredit e presidente di UniCredit Foundation, ha visto la partecipazione attiva della comunità studentesca e accademica, insieme ai rappresentanti del mondo istituzionale e produttivo del territorio. È stata un’occasione straordinaria di approfondimento e confronto sul tema dell’equità nell’istruzione, un argomento oggi al centro del dibattito pubblico a livello nazionale ed europeo.
Dopo i saluti istituzionali di Nocini, Orcel e della presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) Giovanna Iannantuoni, il professor Daniele Checchi, docente dell’università di Milano ha presentato la ricerca accademica commissionata da UniCredit Foundation “Oltre l’istruzione obbligatoria in Europa”, che mette in luce le persistenti disuguaglianze educative in Europa. Lo studio evidenzia come i giovani provenienti da contesti socioeconomici meno privilegiati siano ancora significativamente sottorappresentati nell’istruzione superiore, ostacolati da vincoli finanziari, da un orientamento insufficiente e da sistemi di orientamento scolastico precoce (educational tracking). Questa ricerca si inserisce all’interno dell’impegno più ampio di UniCredit Foundation di offrire opportunità educative alle nuove generazioni, con un investimento di quasi 30 milioni di euro in Europa nel solo 2024.
Per il magnifico rettore Pier Francesco Nocini “L’impegno dell’università di Verona per abbattere le barriere di accesso alla formazione universitaria ha dato importanti risultati. Lo testimonia un importante aumento della popolazione studentesca che, in meno di sei anni, è passata da 25.771 a 29.875 giovani. Il nostro progetto si è concentrato sul potenziamento del diritto allo studio, sulle politiche per aumentare la residenzialità e sul miglioramento dei servizi dedicati alle fasce universitarie in situazioni di maggior fragilità. Grazie a un importante intervento economico, la no tax area è passata da 24 a 27 mila euro di Isee, consentendo a circa 13 mila universitari di non pagare la retta di iscrizione. Le residenze per gli studenti fuori sede sono aumentate, passando da 430 posti letto del 2021 agli attuali 540 e saranno 670 entro il 2026. Dall’anno accademico 20/21 al 23/24, le studentesse e gli studenti con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento seguiti nel loro percorso formativo con servizi dedicati sono passati da 376 a 760”.
Andrea Orcel, Presidente di UniCredit Foundation e CEO del Gruppo UniCredit, dialogando con gli studenti dell’università di Verona presenti in sala, ha dichiarato: “L’Europa ha costruito un sistema educativo di eccellenza, ma persistono significative disparità nelle opportunità di accesso all’istruzione superiore. Troppi giovani di talento provenienti da contesti svantaggiati continuano a incontrare ostacoli che ne limitano il potenziale, contribuendo al perpetuarsi di profonde disuguaglianze sociali. In UniCredit Foundation siamo determinati ad abbattere queste barriere. Attraverso la ricerca, collaborazioni e iniziative mirate – come il nostro programma pilota di borse di studio e mentoring in Italia – vogliamo assicurarci che le difficoltà economiche non siano un freno al successo accademico. Investire nell’istruzione significa investire in una società più equa e più forte per le generazioni future.”
L’evento è proseguito con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Marco Baratieri, prorettore alla didattica della Libera università di Bolzano, Antonio Marcomini, prorettore vicario dell’università Cà Foscari, Luigina Mortari, delegata alla Formazione degli insegnanti dell’università di Verona, Massimo Robiony, referente dell’università di Udine e della “Carta di Udine” e Paola Venuti, prorettrice alla Didattica dell’università di Trento. Le conclusioni sono state affidate a Diego Begalli, prorettore dell’università di Verona. Durante la discussione è stata sottolineata la necessità di una collaborazione sempre più stretta tra mondo accademico, imprese e istituzioni per rimuovere le barriere all’istruzione superiore e creare un sistema più inclusivo.
“Oltre l’istruzione obbligatoria in Europa”
Lo studio di UniCredit Foundation rappresenta una call to action per istituzioni, imprese e società civile affinché collaborino per affrontare le disuguaglianze educative sistemiche.
A livello europeo, i policymaker mirano ad elevare al 45% il tasso di istruzione terziaria tra i giovani di 25-34 anni entro il 2030, ma le disuguaglianze strutturali rimangono una sfida significativa. Secondo il rapporto:
- In Europa, gli studenti di famiglie abbienti hanno una probabilità molto più alta di accedere all’università rispetto a quelli di contesti meno agiati. In Italia, ad esempio, più del 75% dei giovani appartenenti al quartile più alto della distribuzione del reddito prosegue gli studi universitari, mentre tra quelli del quartile più basso la percentuale scende a meno del 40%
- I sistemi di orientamento precoce (educational tracking) ridimensionano fortemente le possibilità di accesso all’istruzione superiore per gli studenti degli istituti professionali
- Nei Paesi del Mediterraneo, i tassi di abbandono universitario sfiorano il 50%, con difficoltà nel completare il percorso di studi soprattutto da parte degli studenti provenienti da contesti svantaggiati
- Persiste un divario di genere significativo nelle materie STEM: mentre il 33,6% degli uomini sceglie corsi di laurea STEM, solo l’8,5% delle donne lo fa. Al contrario, le donne optano molto più frequentemente studi umanistici (37% contro il 17,9% degli uomini)
Sulla base di queste evidenze, a settembre 2024, UniCredit Foundation ha lanciato in Italia Uni.ON – Accendi il tuo futuro, un’iniziativa pilota da 1,5 milioni di euro. Il programma prevede l’ammissione di 200 studenti e studentesse, molti dei quali provenienti da istituti professionali e famiglie a basso reddito, a un percorso di preparazione e accompagnamento ai test di ingresso all’università. Tra gli ammessi, 70 riceveranno una borsa di studio di €5.000 all’anno per i primi tre anni del corso di laurea scelto oltre a un supporto di mentoring.
Indicazioni e call to action emerse dalla ricerca
La ricerca di UniCredit Foundation propone anche soluzioni concrete per migliorare l’accesso e il completamento degli studi universitari:
- Ampliare programmi di transizione tra istruzione professionale e accademica, per facilitare l’accesso all’università per gli studenti degli istituti tecnici e professionali
- Riformare i curricula della scuola secondaria, rendendoli più flessibili e in grado di offrire una formazione generale più ampia
- Introdurre strumenti di sostegno finanziario come i Child Savings Accounts (CSAs), per supportare le famiglie a pianificare i costi educativi a lungo termine
- Rafforzare il mentoring universitario, fornendo agli studenti provenienti da contesti svantaggiati un supporto personalizzato per orientarsi nel mondo accademico e professionale, aumentando le loro aspirazioni e le probabilità di successo.
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