Comprendere più a fondo come si comporta il virus che ha causato la pandemia di Covid-19 è l’obiettivo del progetto guidato da Alessandra Ruggiero, ricercatrice del dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona. Il suo studio, dal titolo “Indagine multi-omica in vitro sugli effetti delle modifiche post-traduzionali di Sars-Cov-2 sull’interazione virus-ospite”, è tra i quattro selezionati dell’ateneo scaligero dal nuovo Fondo italiano per la scienza, ottenendo un finanziamento di 1.320.263,12 euro per i prossimi tre anni.
Dottoressa Ruggiero, qual è il cuore della sua ricerca?
Tutte le proteine, anche quelle del virus, possono subire piccole “aggiunte” chimiche, chiamate modifiche post-traduzionali. Questi cambiamenti possono influenzare il modo in cui il virus interagisce con il nostro organismo. Il nostro obiettivo è capire quali di queste modifiche, presenti nelle proteine di Sars-Cov-2, siano in grado di alterare la risposta immunitaria o di rendere il virus più o meno aggressivo.
In che modo studierete questi meccanismi?
Il team utilizzerà un approccio innovativo che combina diverse tecnologie di analisi — le cosiddette omiche — applicate a modelli cellulari dell’apparato respiratorio umano. In pratica cercheremo di riprodurre in laboratorio ciò che accade nel nostro organismo per osservare come queste modifiche possano influenzare l’infettività del virus.
Che valore ha per lei questo riconoscimento?
La pandemia ha riportato al centro l’importanza della ricerca virologica, ma ci sono ancora molti aspetti poco conosciuti. Nel 2023 ho lavorato a un primo progetto, finanziato dal bando Prin, che ha posto le basi di questo studio ma lasciava alcune domande aperte. Con il progetto Fis potrò affrontarle in modo più completo. Spero che i dati che raccoglieremo possano contribuire allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche e vaccinali, oltre a creare piattaforme sperimentali utili per affrontare eventuali pandemie future. Avere a disposizione un finanziamento così importante significa poter avanzare in modo decisivo, anche se sono consapevole che è solo l’inizio di un percorso molto più ampio.
Alla luce della sua esperienza, se dovesse dare un solo consiglio a chi sogna di fare ricerca, quale sarebbe?
Non mollate mai, la perseveranza insieme a passione e studio premiano sempre! Il lavoro del ricercatore è un sentiero tortuoso fatto di esperimenti che non funzionano, articoli respinti, proposte di finanziamento rigettate. Ma se davvero c’è un fuoco che arde in voi, questi fallimenti non devono fermarvi bensì muovervi oltre. ‘ Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti'(Trilussa, poeta romano).
Sara Mauroner


























